Dentro il complicato rapporto tra la regina Elisabetta e Margaret Thatcher
Il rapporto tra la regina Elisabetta II e Margaret Thatcher, prima e unica donna nel regno Unito a ricoprire la carica di primo ministro dal 1979 al 1990, non è mai stato facile. La tensione che esisteva tra due delle donne più influenti del mondo è ampiamente documentata nel nuovo trailer della quarta stagione di The Crown, con Olivia Colman nei panni della sovrana e Gillian Anderson in quelli del primo ministro.
Ministri, dame di compagnia, collaboratori, biografi ed amici dell’epoca sono tutti concordi: Elisabetta e la Thatcher non si amavano. Il motivo? Entrambe personalità forti, non accettavano di inchinarsi l’una alla politica dell’altra. E gli argomenti sui quali si trovavano d’accordo erano davvero pochi. In più, avevano caratteri troppo diversi: la regina era pungente, il primo ministro privo di senso dell’ironia. E ogni tanto, da parte di Sua Maestà, volava un commento eccessivamente sarcastico. Come quando la Lady di ferro raccontò alla sovrana di essere in procinto di acquistare casa a Dulwich, un quartiere periferico di Londra. L’inquilina di Buckingham Palace la liquidò duramente: «E dove si trova esattamente? Vicino a Peckham?», zona che allora era tutt’altro che salubre.
Tra Margaret e Elizabeth c’era notoriamente anche una punta di gelosia e antipatia. Ma il vero nodo era rappresentato dalla politica. Alcuni dicono che nella royal family l’unica che difendeva la linea conservatrice della Thatcher era la Regina Madre, a differenza di sua figlia Elisabetta II che, secondo lo storico britannico Ben Pimlott, «a modo suo è un poco di sinistra».
In particolare la mancanza di una presa di posizione forte contro l’apartheid in Sudafrica preoccupava Sua Maestà, che vi vedeva la possibile causa di una crisi nel Commonwealth. Elisabetta avrebbe voluto le sanzioni, mentre la Thatcher era tutt’altro che convinta dell’efficacia della misura. Quando il premier annunciò alla sovrana che intendeva spedire in Sudafrica il ministro degli Esteri, la regina rispose piccata: «Sono certa che il resto del mondo aspetta con il fiato sospeso». Troppo poco, in pratica.
Ugualmente problematica la politica sociale della Thatcher. Tra il marzo 1984 e il marzo 1985, in Gran Bretagna andò in scena uno degli scioperi più lunghi e famosi d’Occidente: più della metà dei minatori britannici, circa 187.000, smisero di lavorare per impedire la chiusura delle miniere di carbone. Il primo ministro si oppose duramente allo sciopero, cercò di ridurre il potere dei sindacati, e invitò le mogli dei minatori a far ragionare i loro uomini. Molte di loro, invece, si unirono alle lotte durate un anno e spesso violentemente represse. La regina, da parte sua, mostrò verso quelle mogli che combattevano al fianco dei mariti tutta la sua simpatia.
Anthony Sampson, un giornalista dell’epoca, scriveva nel 1982: «La relazione è difficile anche perché i loro ruoli sembrano confusi. Lo stile della regina è pratico e domestico, mentre la signora Thatcher (che è più alta) si comporta come una regina». A Elisabetta II non andavano giù tanti atteggiamenti del capo del governo. Per esempio l’abitudine di parlare di se stessa al plurale o di non lasciarle spazio per esprimere le sue opinioni: «Mi risulta che la regina Vittoria avesse lo stesso problema con Gladstone», si sfogò Elisabetta con il segretario personale, Sir William Heseltine. Alla Thatcher, invece, davano fastidio «le continue interferenze politiche» di Buckingham Palace.
Nonostante tutto, i rapporti tra le due donne forse non furono così disastrosi come si narra. «La Thatcher era spesso emozionata e nervosa prima di incontrare la regina e faceva sempre inchini lunghi e profondi», ricorda Graham Turner, biografo della regina madre, mentre Dickie Arbiter, che diventò l’addetto stampa della regina nel 1988, fa notare che a volere il titolo di baronessa per la Thatcher, poco dopo le sue dimissioni da primo ministro nel 1990, fu la regina in persona. «Non lo avrebbe mai fatto se non avesse provato per il primo ministro rispetto e stima».
Nel 2013, quando morì a 87 anni a causa di un ictus, la Thatcher fu onorata dalla monarca con funerali degni e appropriati. La “Iron Lady”, in presenza di Sua Maestà e del principe Filippo, fu salutata da oltre settecento militari con l’applauso al feretro avvolto nella bandiera britannica. Il Big Ben, l’orologio di Westminster, restò in silenzio in segno di rispetto. Non succedeva dai funerali di Winston Churchill nel 1965.
LEGGI ANCHE
«The Crown»: la quarta stagione è la più bella di sempreLEGGI ANCHE
«The Crown 4», la bulimia di Lady Diana e il possibile scontro tra William e HarryLEGGI ANCHE
Diana secondo «The Crown 4»: il matrimonio infelice, il rapporto con la regina