Premio Acerbi, quest’anno al centro c’è l’Albania
foto da Quotidiani locali
Anilda Ibrahimi, Tom Kuka e Virgjil Muçi sono i tre autori albanesi che si contendono la 32esima edizione del premio letterario Giuseppe Acerbi. «Non è stata una scelta facile - ha ricordato Simona Cappellari, presidente del Premio - perché abbiamo letto molti romanzi, e alla fine, dopo ampio e lungo dibattito, siamo arrivati a questa scelta. Il legame con la cultura albanese è forte. Ci sono molti ponti fra il nostro Paese e l’Albania, e siamo felici di questa scelta».
L’Albania
A Giuseppina Turano, dell’Università Cà Foscari di Venezia, è spettato il compito di raccontare la storia recente dell’Albania. «Per tanto tempo, nonostante le 70 miglia nautiche che ci separano da quel Paese, noi e l’Europa abbiamo saputo poco della loro storia. Dopo gli anni ’90 è arrivata la democrazia e così abbiamo conosciuto gli albanesi da quel momento. Poi la storia è quella che sappiamo, legata anche agli sbarchi prima a Brindisi e poi a Bari».
I tre romanzi, presentati da Turano e da Marco Fazzini, anche lui docente di Cà Foscari, sono: “Volevo essere Madame Bovary” (Einaudi), scritto da Ibrahimi; “Flama” (Besa-Muci) di Kuka e “La piramide degli spiriti” (Besa-Muci) di Muci. «Tre storie diverse, per tre generi che non mancheranno di appassionare i nostri lettori e le nostre lettrici che, ora, possono iniziare a leggere i volumi per poi votare».
Sabato 6 luglio alle 17, in sala consiliare a Castel Goffredo, la proclamazione del vincitore. Dal 12 al 18 luglio, il Premio Acerbi volerà in Albania, per il tradizionale incontro.
La consegna
A novembre, poi, ci sarà la consegna del premio, sempre a Castel Goffredo. L’Associazione Acerbi ha annunciato un importante progetto culturale. «Nelle città italiane ci sono numerose vie dedicate a Giovanni Acerbi (nipote di Giuseppe), ma non esiste alcuna biografia di questo personaggio, che fu un vero protagonista del Risorgimento. L'Associazione intende colmare questa mancanza pubblicando nel 2025 una esauriente biografia, anche con documentazione inedita, ora sparsa negli archivi in varie città italiane. Per questo lavoro abbiamo coinvolto uno storico del risorgimento mantovano, e verrà costituito un gruppo di lavoro a supporto».