Google licenzia 28 dipendenti per le proteste contro la fornitura di tecnologie all’esercito israeliano: nove arrestati
Google ha licenziato 28 lavoratori che nei giorni scorsi avevano organizzato dei picchetti di protesta contro l’azienda per la fornitura di tecnologie al governo israeliano. Non solo: secondo quanto riporta il Washington Post – che riprende le dichiarazioni della portavoce dei manifestanti, Jane Chung – martedì in seguito alle proteste sono stati arrestati nove impiegati […]
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Google ha licenziato 28 lavoratori che nei giorni scorsi avevano organizzato dei picchetti di protesta contro l’azienda per la fornitura di tecnologie al governo israeliano. Non solo: secondo quanto riporta il Washington Post – che riprende le dichiarazioni della portavoce dei manifestanti, Jane Chung – martedì in seguito alle proteste sono stati arrestati nove impiegati degli uffici di New York e di Sunnyvale, in California.
“Impedire fisicamente il lavoro di altri dipendenti e di accedere alle nostre strutture è una violazione delle nostre politiche”, ha detto il portavoce di Google Bailey Tomson. I dipendenti, ha spiegato, “sono stati messi in congedo amministrativo e il loro accesso ai nostri sistemi è stato interrotto”. Con una nota interna, inoltre, l’azienda ha avvertito i lavoratori: “Se siete tra i pochi tentati dal pensare che chiuderemo un occhio sui comportamenti che violano le nostre politiche, ripensateci”.
I sit-in dei dipendenti contestavano un contratto da 1,2 miliardi di dollari chiamato “Project Nimbus” e firmato nel 2021, che prevede la fornitura di infrastrutture cloud alle forze armate israeliane da parte di Google e Amazon. “Non siamo venuti a Google per lavorare su una tecnologia che uccide. Impegnandosi con questo contratto, la leadership dell’azienda ha tradito la nostra fiducia, i nostri principi sull’intelligenza artificiale e la nostra umanità”, ha scritto su X Billy Van Der Laar, un ingegnere informatico, in occasione della protesta. Per il gruppo No Tech for Apartheid, che ha guidato le proteste, i licenziamenti sono stati un “atto palese di ritorsione“.
BREAKING—DOZENS OF @GOOGLE WORKERS LEAD HISTORIC COAST TO COAST-INS AT @GOOGLECLOUD CEO THOMAS KURIAN’S OFFICE IN SUNNYVALE & @GOOGLE’s NYC 10TH FLOOR COMMONS. They refuse to leave until @google stops powering the genocide in Gaza
LIVESTREAM: https://t.co/uUiPbr3oDz pic.twitter.com/vCkInh0769
— No Tech For Apartheid (@NoTechApartheid) April 16, 2024
L’azienda americana non è nuova a questo tipo di proteste. Nel dicembre scorso alcuni dipendenti Google avevano diffuso e-mail interne, protestato fuori dagli uffici aziendali e organizzato un “die-in” fuori da uno degli uffici del colosso tecnologico a San Francisco bloccando il traffico di una strada. E agli inizi di marzo Google ha licenziato un dipendente che nel corso di una conferenza a New York ha protestato durante il discorso del massimo dirigente della società in Israele. Mentre in passato, i dipendenti di Google si sono opposti anche ad un contratto della società con il Pentagono che è stato poi sospeso.
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