La pioggia non ha fermato il lunedì di festa fra mercatini, musei e tavolate in osmiza
foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Musei e mostre, un boccone nelle bancarelle di piazza Ponterosso, senza rinunciare alla tappa in osmiza o all’aperitivo in centro.
La pioggia non ha scoraggiato i turisti
La pioggia non scoraggia triestini e turisti che, a Pasquetta, riescono a sfruttare le condizioni meteo avverse ripensando i loro programmi e godendosi comunque la giornata. Certo, l’osmiza ha qualcosa di sacro che nemmeno il temporale più intenso può scalfire; e infatti, pur di bere un bicchiere di vino e mangiare in compagnia salumi e formaggi, in molti si rifugiano sotto i tendoni o si stringono nelle sale interne dei celebri locali dell’altopiano. Ma altrettante persone preferiscono esplorare alternative, grazie al ricchissimo assortimento di iniziative organizzate in città nel corso delle vacanze pasquali.
In realtà, l’atmosfera che si respira nelle strade del centro alle prime ore del mattino non lascia presagire un risvolto del genere. Anzi.
Il mercatino dell’usato
L’area compresa fra piazza Unità, via Malcanton e largo Granatieri – che il giorno di Pasqua è stata animata dalla presenza di 134 rigattieri e collezionisti per il mercatino dell’usato promosso dall’associazione “Me ricordo” – ieri mattina saltava invece all’occhio per le poche bancarelle, tutte radunate sotto il portico del Municipio così da sfuggire alla pioggia. Tanto che alle 11 arriva l’annuncio via social del Comune, che ufficializza la sospensione dell’iniziativa a causa del maltempo. Ma si tratterà, di fatto, dell’unica rinuncia importante.
I chioschi dello Street food
Nelle stesse ore e a pochi metri di distanza, gli stand dell’“International street food” riuniti in piazza Ponterosso incominciano infatti ad aprire le serrande.
«Noi intanto siamo qui, sperando ovviamente che non piova», commenta uno degli esercenti ambulanti, mentre già alcuni espongono dolciumi e leccornie protette da cellofan. L’auspicio verrà esaudito, almeno fino all’una di pomeriggio, quando iniziano a cadere le prime gocce. Anche queste, tuttavia, non riescono a placare l’appetito di turisti e triestini, che da mezzogiorno in poi affollano in massa i marciapiedi lungo il Canale. Arrosticini, hamburger, specialità di ogni parte del mondo.
Un piccolo fiume umano si muove tenendo nelle mani i cibi più diversi, o semplicemente passeggiando fra le bandiere e le grida dei venditori che tentano d’adescare la folla. Il colpo d’occhio, prima che la pioggia aumenti intorno alle due di pomeriggio disperdendo una parte dei presenti, certifica il successo dell’iniziativa.
Successo per i musei e le mostre
Un successo analogo, se non addirittura maggiore, lo fanno registrare i musei e le mostre della città. Per tutto il corso della giornata, la fila davanti all’ingresso del museo Revoltella – dove sono in corso le due esposizioni di Van Gogh e Antonio Ligabue – si mantiene stabile con trenta, spesso quaranta persone in attesa di visitarle. Grande affluenza anche al Salone degli Incanti per vedere l’allestimento dedicato all’Amazzonia del fotografo Sebastião Salgado. E all’elenco non potrebbe mancare il Castello di Miramare, meta privilegiata di ogni turista, ma anche di molti triestini che non desistono dal fare una passeggiata sul lungomare.
«Anche senza sole si nota tutta la sua bellezza», osserva Elena Marinacci, milanese in visita a Trieste, che rinuncia però a entrare all’interno del castello a causa della coda e dei lunghi tempi d’attesa.
Le testimonianze dei turisti
«Noi veniamo quasi tutte le settimane perché siamo dei grandi ammiratori del parco e della sua storia», raccontano invece Luigi Braida e Maria Luisa Delli Pizzi, entrambi triestini. «E verremmo anche se ci fosse la burrasca», aggiungono, sorridendo, a conferma della loro pervicacia incurante d’ogni previsione meteo. La stessa ostinazione la dimostrano i numerosi avventori delle osmize. «I clienti entrano a flusso continuo, non immagino cosa sarebbe stato con il sole», spiega, in un raro momento di pausa, Marijan, che conduce da quindici anni assieme a Damijan e Ivan l’Osmiza Coretti di Longera. Anche qui, fra le tavolate, non mancano i turisti.
Federica Montanino, assieme alle amiche sedute con lei, è arrivata a Trieste dall’Emilia Romagna: «Ci hanno consigliato le osmize come uno dei luoghi tipici dove mangiare – racconta – e non potevamo rinunciare per la pioggia». Da dentro il locale salgono i primi canti, accompagnati dal tintinnio dei taglieri e delle brocche di vino. La Pasquetta è salva. —