Stop alle agevolazioni, ma lo smart working resiste nelle grandi aziende del Friuli Venezia Giulia
TRIESTE Le grandi aziende del Friuli Venezia Giulia si sono mosse per tempo: il lavoro agile è un modello ormai consolidato, e apprezzato da piani alti e lavoratori, e non si torna indietro.
Tanto che lo stop, da lunedì primo aprile, all’agevolazione che era stata introdotta con il decreto Rilancio del maggio 2020 per persone fragili e genitori con figli minori, e poi ripetutamente prorogata, non ha impatto su gruppi che hanno nel frattempo costruito un percorso mirato di smart working, d’intesa con le parti sindacali.
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Fincantieri lo ha fatto nell’estate nel 2023, con un’adesione dei lavoratori pari all’85% al nuovo modello organizzativo integrato nel più generale “Work for future” pensato per rafforzare gli strumenti di conciliazione vita-lavoro.
Nel dettaglio, informa la società, per le mansioni che lo consentono, vale a dire negli uffici di Trieste, Genova, Roma e Milano, il 60% della forza lavoro ha la possibilità di lavorare da casa da uno a otto giorni al mese, con prestazione da svolgere in un arco temporale compreso tra le 8 e le 19 e diritto di disconnessione nelle pause pranzo e tra le 19 e le 8, salvo situazioni di eccezionalità. Tutto ciò si traduce in una media giornaliera del 15% di assenza dei dipendenti Fincantieri dai palazzi.
Pure Siot vede passare la novità di inizio mese senza ripercussioni. La Società italiana per l'oleodotto transalpino, parte del gruppo Tal, ha chiuso un accordo aziendale di lavoro agile sin dal marzo 2022, con modalità di prestazione da remoto di due giorni a settimana cui ha aderito circa il 15% dei dipendenti. Nello specifico della sede di San Dorligo della Valle, gli interessati sono una ventina.
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Sul fronte delle assicurazioni, negli ultimi anni Generali ha siglato un accordo sindacale per il lavoro agile, consolidato durante il periodo emergenziale e oggi evoluto nel Red Working, «un modello innovativo di organizzazione del lavoro flessibile mirato a disegnare il lavoro del futuro: con un focus specifico sui temi di inclusione, diritto alla disconnessione, digitalizzazione – spiega la compagnia –. Oggi abbiamo oltre il 95% delle persone che lavorano in smart working, nel massimo rispetto delle norme di sicurezza».
Generali ha contestualmente previsto, «prima tra le grandi realtà in Italia, l’erogazione di contributi economici a favore dei dipendenti per migliorare le proprie postazioni di lavoro da casa, oltre a una indennità forfettaria annuale per contribuire alle spese di connettività, nonché il mantenimento dei buoni pasto in tutti i giorni lavorativi, inclusi quelli svolti a casa».
Non manca «un articolato piano di risparmio energetico in coerenza con le indicazioni governative e comunitarie, che prevede il lavoro da remoto tutti i venerdì. Diamo un segnale di attenzione – sottolinea la compagnia – su una tematica importante per il nostro futuro in un momento sfidante per il Paese».
Per quanto riguarda Allianz, lo smart working, cresciuto progressivamente negli anni (con tanto di varie certificazioni nell’ambito delle politiche delle risorse umane, l’ultima per la parità di genere ottenuta a marzo di quest’anno), è scattato già dal 2017, quindi ben prima della circolazione del virus, su scelta volontaria.
L’obiettivo, spiega il gruppo, è di «favorire la crescita della produttività ed efficacia lavorativa contribuendo al miglioramento della conciliazione tra vita privata e vita professionale, attenuando contestualmente l’impatto ambientale grazie alla riduzione degli spostamenti casa-lavoro».
Ad oggi oltre 3.300 persone, più del 70% del totale dei dipendenti, sono smart worker appunto su base volontaria. Il lavoro agile di Allianz prevede in particolare la costituzione di una coppia di colleghi che scelgono autonomamente e quotidianamente chi dei due debba essere presente in ufficio e chi lavori invece da casa, distribuendo nell’arco dell’anno il proprio tempo lavorativo il 50% in ufficio e il 50% da casa. Oltre a fornire pc portatile, smartphone o tool di collegamento, l’azienda mette pure a disposizione una chat dedicata che apre un canale diretto con le risorse umane.
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Pure in UniCredit lo smart working è normato da accordi sindacali, quindi non viene meno con il ritorno alle vecchie regole. Si procede con il lavoro da casa, con un massimo di due giorni a settimana, per chi opera nelle strutture di governance (a Trieste si tratta di un centinaio di persone), ma non nelle filiali, dove è indispensabile un contatto diretto con il pubblico.