A Trieste la linea 29 festeggia 75 anni di storia: la corsa vintage a Servola fra gli utenti stupiti
foto da Quotidiani locali
TRIESTE La linea 29 compie 75 anni. Correva l’anno 1949, infatti, quando una primigenia linea di autobus veniva istituita dall’allora Acegat per unire la borgata di Servola con il resto della città. Dapprima con la sottostante via Baiamonti e la coincidenza con il tram numero 2, il cui capolinea si trovava in via Svevo, fino all’odierno percorso, che porta i passeggeri nella centralissima piazza Goldoni. E per celebrare degnamente questo avvenimento, l’associazione InBus club ha organizzato una doppia corsa con un viaggio sul percorso storico della 29 su due mezzi d’epoca. Il primo ormai storico è un Fiat 409 Dsu 850 del 1968, il secondo invece alquanto più giovane, un dodici metri Inbus U210 De Simon del 1988, entrambi in livrea “arancio ministeriale” tipica degli anni ’80 e ’90.
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I partecipanti
Una trentina i partecipanti, tra anziani affezionati delle vecchie linee di servizio pubblico e giovani curiosi, che dopo esser saliti al vecchio capolinea della 29 in quello che fu largo Giardino (oggi largo Tomizza) hanno affrontato tutto il percorso. Passando, naturalmente, per l’attuale capolinea di piazza Goldoni dove sono stati accolti dagli sguardi sbigottiti degli attuali utilizzatori della linea, soprattutto i più anziani che, per qualche istante, hanno temuto di dover “scalare” come un tempo i tre gradini per entrare all’interno dell’autobus. Sguardi perplessi anche a Servola, dove il passaggio dei due mezzi storici è stato salutato dai clacson degli automobilisti.
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La storia
«La 29 nasce nel 1949 come linea circolare - spiega la memoria storica del club, Benny Magri - in quanto serviva il perimetro fra via Baiamonti, via dei Soncini, Servola e via Svevo dove, all’epoca, era situato il capolinea del tram numero due». D’altronde, lo dice anche la canzone, col 2 se va a Servola, col 4 in Arsenal…
«Esatto - prosegue Magri - anche se alla fine il 4 non era altro che una versione limitata del 2 fino a via von Bruck».
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La modifica
Nel frattempo, siamo nel 1958, un crollo nella galleria di San Vito costrinse l’allora Acegat a modificare la 29 circolare. Fu così che venne istituita una linea di autobus che, partendo da piazza Sansovino, attraversava la seconda galleria fino a via D’Alviano per proseguire poi su via Svevo.
«Quella che doveva essere una soluzione temporanea diventò così definitiva, con il proseguimento della linea fino a via Giulia e l’istituzione del capolinea in largo Giardino da un lato e davanti alla chiesa di San Lorenzo a Servola dall’altro»
spiega Magri. Scelta, quest’ultima, che mal si conciliava con il passaggio delle sempre più frequenti autovetture. Così nel 1982 il capolinea viene spostato in via Svevo, e Servola rimase soltanto un punto di passaggio.
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L’ultima rivoluzione
Nel 1996 l’ultima rivoluzione, quando l’allora Act (Azienda Consorziale Trasporti) decise di limitare la linea da largo Giardino all’attuale piazza Goldoni. «Scelta che provocò molti malumori e proteste tra i fruitori della linea - ricorda Magri - che non riuscirono però a far ritornare l’azienda sui suoi passi».
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La curiosità
Piccola curiosità. La bora, vento di cui ormai rimangono solo saltuarie tracce negli inverni triestini, costrinse i costruttori dei mezzi pubblici dell’epoca a modifiche specifiche solo per gli autobus locali.
«Questo Fiat 408 - racconta Renzo Manzin - aveva la guida a destra per proteggere gli autisti dalle raffiche di bora che, con il volante sul lato sinistro, li avrebbe travolti ad ogni apertura delle porte anteriori». Ecco perciò che solo a Trieste, fino a tutti gli anni ’70, le porte anteriori erano bandite e sostituite con il posto di guida. Molto più scarsi anche i posti a sedere: nei mezzi degli anni ’60 erano solamente 9 contro gli attuali 25. —
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