Motociclista morto a San Giuseppe, indagato l’automobilista coinvolto
TRIESTE «Mi è arrivato addosso come un missile. Me lo sono trovato davanti all’improvviso, poi sono sceso dall’automobile e ho capito la tragedia». Il 53enne triestino coinvolto nell’incidente mortale dello scorso martedì sera a San Giuseppe della Chiusa, nel quale ha perso la vita il motociclista sessantenne Fabio Petriglia, è ancora sotto choc e ora si ritrova anche indagato per omicidio stradale.
La Procura – il titolare dell’indagine è il sostituto procuratore Pietro Montrone – ha già notificato la comunicazione del procedimento all’avvocato William Crivellari, che difende l’automobilista.
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«Ritengo – così il legale – sia un atto dovuto. L’unica spiegazione che mi do è che in caso di accertamenti non ripetibili che devono essere compiuti nell’immediatezza, come un accertamento tecnico o una ricostruzione del sinistro, la Procura voglia che il mio assistito abbia la possibilità di nominarsi un consulente, così da garantirgli la partecipazione a eventuali accertamenti».
Tra le verifiche che la Procura potrebbe disporre, c’è quella tecnica sulla Ducati Monster guidata dal 60enne, per cercare di capire a che velocità andasse o se siano intervenuti problemi tecnici di tipo meccanico.
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Da una prima ricostruzione sembra che Petriglia abbia invaso ad elevata velocità la carreggiata opposta al suo senso di marcia, come se avesse perso il controllo del mezzo. Non si può escludere che ciò sia avvenuto a seguito di un malore.
La vittima, che percorreva la strada in salita, diretto dalla frazione di San Dorligo della Valle verso Cattinara, con la moto ha colpito il fanale destro dell’automobile che procedeva in discesa in senso opposto. Una traiettoria che avvalorerebbe ulteriormente l’ipotesi di una completa perdita del controllo del mezzo. «Mentre affrontavo la curva – ha riferito al suo legale l’automobilista –, me lo sono visto arrivare addosso: ho cercato di evitarlo sterzando a sinistra, per questo l’auto è stata colpita sul fanale destro».
Sul corpo di Petriglia non è stato disposto l’esame autoptico. Non è escluso sia stato invece eseguito il prelievo dei campioni biologici.
Dai rilievi effettuati dalla Polizia stradale, intervenuta martedì, sull’asfalto non risultano segni di una brusca frenata dell’automobile. Segno che il mezzo non viaggiava ad alta velocità. Al guidatore «non è stata comminata – sottolinea Crivellari – alcuna sanzione, prova che non ha commesso infrazioni». L’automobilista è stato sottoposto anche all’alcoltest, che ha dato esito negativo.
La Polizia stradale, sentito Montrone, già martedì sera ha compilato il verbale di elezione a domicilio, chiedendo all’automobilista di nominare un legale. Il giorno successivo, come dicevamo, all’avvocato è stato notificato l’atto dove risulta l’uomo sia indagato per omicidio stradale.
Tra l’altro a bordo della vettura, sul lato del passeggero, viaggiava il figlio adolescente, mentre sul sedile posteriore c’era il cane. Sono rimasti tutti illesi, sebbene lo scoppio degli airbag abbia procurato loro qualche lieve ustione.
Vista la violenza dello schianto, per loro le cose sarebbero potute andare diversamente, se la moto invece di colpire il fanale avesse centrato il cofano o la fiancata della vettura.
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