Monfalcone, spediti in Bangladesh più di 24 milioni di euro nel 2023
MONFALCONE Nel 2023 dall’Isontino sono partiti quasi 38 milioni di euro verso i paesi di origine degli stranieri che abitano e lavorano stabilmente nell’ex provincia di Gorizia. La sola Monfalcone ha contribuito con circa 24 milioni e 242 mila euro di rimesse verso il Bangladesh, in base all’elaborazione dei dati, forniti dalla Banca d’Italia, effettuata dal ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, dando un impulso importante al risultato complessivo dell’Isontino, passato dall’8,4% del totale delle rimesse a livello regionale del 2005 al 22,7% dello scorso anno.
La cifra è in calo di circa mezzo milione di euro rispetto al 2022 e tra le cause possono esserci i ricongiungimenti con i familiari, come rileva Russo. «È un fenomeno cui stiamo assistendo nell’area di Pordenone – spiega –, dove la quota in uscita è passata dal 33% del totale regionale nel 2005 al 24,9% nel 2023». Il dato di Monfalcone è cresciuto molto nell’arco degli ultimi dieci anni, come sottolinea il ricercatore. Lo dicono i dati che fornisce e vanno dal 2017, anno in cui i money transfer sono stati obbligati a registrarsi, allo scorso anno. Le rimesse sono passate dai 9 milioni 889 mila euro di sette anni fa ai 13,318 del 2018, ai 14,401 del 2019, ai 15,105 del 2020 per segnare un netto balzo in avanti nel 2021 con 19,356 e nel 2022 con quasi 25 milioni e i quasi 24 e mezzo del 2023. Nel periodo verso il Paese asiatico sono stati inviati, quindi, almeno 121 milioni di euro.
Le cifre sono quelle desumibili dal volume di rimesse dall’Isontino verso il Bangladesh suddiviso per i residenti di nazionalità bengalese nell’ex provincia di Gorizia, a prescindere dall’età e dalla condizione professionale. «L’aumento dei trasferimenti a Monfalcone appare quindi legato soprattutto, almeno a una prima analisi, all’aumento della comunità originaria del Paese asiatico», afferma Russo. Il valore pro capite delle rimesse verso il Bangladesh è in ogni caso decisamente più elevato della media regionale calcolata su tutti i Paesi di destinazione: nel 2023 si parla di 5.180 euro circa contro 1.438 per ogni cittadino straniero residente in Friuli Venezia Giulia. Segno di un miglioramento della situazione economica della comunità? «I dati andrebbero approfonditi», afferma Russo.
La pandemia potrebbe pure aver giocato un ruolo, spingendo il ricorso all’utilizzo dell’intermediazione, anche se il discorso pare più probabile per i cittadini di area balcanica che, bloccati dalle restrizioni agli spostamenti, non hanno potuto utilizzare dei canali “informali” legati alla vicinanza del Paese di origine. «Sul volume dei trasferimenti, come ho detto, può incidere il radicamento nel territorio – aggiunge il ricercatore di Ires Fvg –. Se è di più lunga data, i legami con il Paese di origine si possono allentare e i ricongiungimenti hanno appunto il loro peso». I dati analizzati, come ha spiegato il ricercatore di Ires Fvg nella sua analisi, diffusa nei giorni scorsi, sono diffusi dalla Banca d’Italia e comprendono le transazioni transfrontaliere tra due persone fisiche effettuate tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato (come money transfer operator, banche e Poste italiane), senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario. I dati sulle rimesse pubblicati dalla Banca d’Italia fanno riferimento alla provincia di residenza di chi ha inviato il denaro. Il Paese di destinazione comunicato alla Banca d’Italia è quello dove risiede il beneficiario.