Vita da circensi: ecco cosa ci racconta la famiglia Niemen in questi giorni a Trieste
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Il tendone bianco e rosso è abbassato e in piazzale delle Puglie l’unico sveglio all’ora di pranzo è il cane meticcio rimasto a vegliare il treno di roulotte, baracchini, tavolini da campeggio, trombette di plastica. «Anche i clown hanno bisogno di riposo», dice Kevin Niemen, pagliaccio, nome di scena “polpetta”, circense di quinta generazione.
Il martedì l’Italian Niuman Circus, scritto in inglese, è chiuso per riposo. Il tendone bianco e rosso è abbassato, i nomadi lo lavano con il vaporetti per tappeti. Le mogli riparano paillettes e parrucche, i bambini guardano i cartoni animati. Kevin invita a entrare dentro la roulotte: niente a che vedere con l’immaginario di lattina scassata, brandina militare e fornelletto elettrico. Il piano cucina è a induzione, il televisore al plasma, il pavimento in marmo. Il divano, letto. «Quando finisce lo show si richiude come una scatoletta», dice il clown: «La attacchiamo al Tir. E ripartiamo».
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Il circo itinerante è arrivato in città venerdì scorso, attraverso il Nord Est fino al campo di calcio Ferrini, e ripartirà il primo di maggio. Il manifesto fucsia promette uno spettacolo «divertentissimo», artisti che hanno partecipato a “Italia’s got talent” e un selfie con Minnie e Topolino. Il tutto al prezzo popolare di dieci euro, sette il mercoledì e il giovedì. Biglietto gratis per gli over 80. «I nonni sono nostri ospiti, è uno show per famiglie», racconta.
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Niuman è anche uno spettacolo di famiglie: dal retro della roulotte arriva il «papà» sussurrato da Noemi Elisabetta, quattro anni. Noel Marì, dieci, è a scuola in Campi Elisi, per due settimane. Daiana Dell’Acqua, la moglie, riposa in camera da letto. «Mio fratello maggiore, Donald, tira i pugnali contro i bersagli in Germania, e ha sposato la cugina di mia moglie: l’ho conosciuta così. Noi del circo alla fine ci conosciamo tutti, come i cantanti».
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Daiana Dell’Acqua, un nome un destino, arriva da una famosa dinastia circense, celebre per i loro spettacoli con gli ippopotami. Kevin, anche, ha ereditato l’arte dal padre, Albertino Niemen, noto clown: poi è morto, i sei fratelli sono andati per la loro strada. «Daiana e io abbiamo iniziato a girare le compagnie, siamo stati anche in Ungheria», racconta “polpetta”: lei funambula su cavi d’acciaio, lui si esibiva con cammelli e giraffe. «Erano le nostra compagne di vita, le trattavamo come regine», rassicura. Al Niuman Circus, comunque, non ci sono animali, non si può più: ma ci sono i trapezzisti, i rebus di luce, Jason con la sua scala libera, Daiana fata delle bolle, Heaven con il salto del lazo americano: ha vinto il record mondiale. Ronny Zorzan entra senza bussare e si siede a tavola di fronte a Kevin. Anche lui è un clown, entra senza bussare e si siede a tavola di fronte a Kevin.
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Arriva da Milano, si è unito alla compagnia due anni fa. «Durante la pandemia abbiamo fatto un po’ di tutto, lavori normali: il muratore, il fattorino, il pizzaiolo...», raccontano i due, lasciata la roulotte e ripresi i lavori di pulizia. Oggi si va in scena. La pandemia è stata dura per i circhi, carichi di nomadi contemporanei, con i tendoni rimasti abbassati per mesi.
«La cosa più bella», dice, comunque, «è che esco dalla roulotte e sono già al lavoro. La mia passione».
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Natasha, sua moglie, è una clown come lui, ultima di un’antica dinastia di circo equestre: trent’anni fa erano in tournée in due compagnie vicine e rivali, si sono innamorati in un pub in Toscana, dopo gli spettacoli.
A loro il numero di chiusura, il “Taxi più pazzo del mondo”, impazzito tra traffico, turisti e zero parcheggi. Ironia della sorte. «La cosa più difficile è far ridere le persone, oggi arrivano sempre più tristi», raccontano i pagliacci, tirando su il tendone bianco e rosso: ma poi, dicono, «capita che, almeno qui, lasciano i telefoni in tasca».—
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