La villa di Ramiro Meng fa il pieno a Chiadino, nuove visite in cantiere
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE Ramiro Meng ha fatto colpo. Ieri l’apertura della casa in via Chiadino, dove l’architetto ha trascorso gran parte della vita, ha registrato il tutto esaurito nei tre turni, che erano stati organizzati dal Fai triestino, di cui è capodelegazione Eugenia Fenzi.
Tant’è che probabilmente sarà varato un secondo appuntamento e verrà allestito un incontro riservato al pubblico giovane.
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Valeva la pena fare una piccola gita in questa avanguardia carsolina, sia per rispolverare la memoria di un progettista importante nella Trieste novecentesca, sia per scoprire questo delizioso angolo di verde che circonda l’interessante villa. Il Fai proseguirà questo ciclo degli “eredi di artista” con le visite a casa di Mascherini e della Psacaropulos: l’esperimento Meng costituisce un promettente esordio.
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In via Chiadino cancello aperto ieri dalle 10 alle 12. Spiegazioni prima e durante l’esplorazione. Presenti la nipote Marcella e la bisnipote Marianna Cossino, alla quale dobbiamo tour e informazioni. L’edificio risale al 1840 e appartenne, prima dei Meng, a tre famiglie: Fonzari, Sirk, Dorligo. Lo stabile si alza su quattro livelli, compresa la semi-torretta che accoglie l’atelier dell’architetto Ramiro.
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I quattro “strati” coincidono con stili e allestimenti diversi. Nel pianoterra siamo negli anni ’50, il primo è quello originale. il secondo è lo studio dove lavoravano i figli di Meng, l’architetto Paolo e il geometra Giovanni ma in precedenza era l’appartamento dove viveva la famiglia. Dal secondo una scala, che va affrontata con prudenza, si arrampica nell’atelier di Ramiro, dove nulla è stato toccato dal 1966, anno della sua scomparsa. Come si diceva, il mobilio riflette le varie stagioni della casa: quello più antico si concentra nel primo piano. Alle pareti degli interni molti quadri, alcuni ritraggono antichi residenti nella villa.
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Piacevole l’esterno, dove sorge un piccolo riparo utilizzabile per diporto: infatti ha ospitato nell’occasione una beneaugurale bicchierata. Ma ancora meglio il pastino che accoglie un vigneto e alberi da frutta.
Ramiro Meng, nato a Trieste nel 1895, era di padre svizzero e di madre triestina. La sua “elveticità” raccoglieva un’importante tradizione di architetti e maestranze che qui lavorarono soprattutto durante le glorie neoclassiche. Sembra quasi un segno del destino che Ramiro venne a mancare proprio durante un viaggio in Svizzera. —
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