Sos Carso si allarga ai giovani: nel bosco con guanti, sacchi e buona volontà
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Guanti, sacchi neri e tanta buona volontà. Non passa mese che il gruppo di volontari di “SOS Carso” non si dia appuntamento in qualche angolo dell’altipiano per raccogliere la spazzatura: soprattutto quella abbandonata in decenni di trascuratezza, quando boschi, doline e grotte venivano usati come discariche.
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Il gruppo ieri mattina si è ritrovato a Pesek per ripulire l’area che costeggia la strada verso Basovizza. Sia la parte del bordo, zeppa di bottiglie, lattine e sacchetti gettati da chi passa o si ferma in auto e con i camion, sia quella più interna trascinata dal vento o proprio nascosta. Qui, tra i rovi e la fitta vegetazione, è spuntato un po’ di tutto. Pure ruote con tanto di cerchioni, residui edili e cumuli di ferraglia. C’è gente che arriva, scarica e tanti saluti. Facendo del Carso un immondezzaio. È un reato.
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All’uscita di ieri hanno partecipato anche due classi del liceo Carducci-Dante, le sezioni 3 A e 3 E, e i giovani volontari della Sezione di Trieste della Croce Rossa. Per loro è stata una sorpresa rendersi conto della quantità di sporcizia che si cela tra alberi e cespugli. «Guarda qua, qualcuno deve aver svuotato l’armadio...», esclamava con disappunto una studentessa del Carducci, mentre una sua compagna, Agnese, tentava di trascinare una ruota pesantissima. Tra l’erba e i sassi si scorgevano maglie, scarpe, zaini, persino un profumo. E interi pezzi di ferro, resti di qualche cantiere. I ragazzi hanno raccolto anche una marea di lattine: a vederle, con i colori ormai sbiaditi, giacevano lì per terra da parecchi decenni.
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L’operazione, come sempre, era coordinata da Cristiano Bencich, 54 anni, di mestiere portuale. SOS Carso è una sua creatura. «Siamo nati nel febbraio del 2017 da un’idea mia e di altre due persone – spiega – perché dopo aver visto certi siti dell’altipiano veramente in condizioni disastrose, abbiamo deciso di non lamentarci ma di fare qualcosa di concreto. Quel giorno abbiamo aperto la pagina Facebook e, ad oggi, siamo a 775 uscite tutte documentate con foto. Il primo anno eravamo in due e tre, poi siamo cresciuti e, complessivamente, contando i più affiatati siamo una ventina».
Ieri, con la presenza degli studenti e dei volontari della Croce Rossa, si arrivava a una cinquantina. «Bello vedere molti giovani – rifletteva Bencich – e pensare che si prendono cura del Carso».
Le spedizioni sono quasi settimanali. L’altra settimana i volontari hanno pulito una caverna di Contovello, ex discarica degli anni Cinquanta. In tutti questi anni di attività, SOS Carso stima di aver asportato tra il 30 e il 40% della spazzatura dell’altipiano. Il gruppo si finanzia da solo e può contare su un furgone. Il materiale recuperato viene trasportato nella discarica di Opicina dell’AcegasApsAmga. La multiutility, in caso di rifiuti più ingombranti fornisce i cassoni.
Il lavoro spesso non è semplice. Per pulire una grotta a Prosecco, la “n° 91”, i volontari si sono recati ben 48 volte. «Ci abbiamo messo due anni e mezzo», fa notare Bencich. La cavità, ampia quattro metri per sette, utilizzata come discarica dalla fine della Seconda guerra mondiale a metà anni Novanta, aveva oramai uno sprofondamento di quaranta centimetri vista l’enormità di spazzatura accumulata. Dentro sono state trovate anche una moto Zigolo degli anni Sessanta e una borraccia del 1914.
Tra frigo e lavatrici è capitato di scoprire elmetti del Governo militare alleato, qualche bomba (naturalmente segnalata alle forze dell’ordine) e una spilla di un raduno Vespa del ’57. Si trovano anche tanti copertoni: in sette anni di attività il gruppo ne ha recuperati ben 2140.