Tre anni di cassa e un investimento da 100 milioni: ecco il piano Msc per l’area della Wärtsilä a Trieste
Msc pianifica 5 fasi dal momento dell’acquisto del sito fino alla piena attività: piena occupazione per gli attuali esuberi ma dall’autunno del 2027
TRIESTE Un investimento da oltre 100 milioni e la piena occupazione per gli attuali esuberi nell’autunno del 2027, con la necessità dunque di tre anni pieni di cassa integrazione per i dipendenti della produzione di Wärtsilä. Sono i numeri più importanti del piano industriale di Msc, illustrato dai dirigenti della compagnia ai sindacati nel primo tavolo di confronto avuto tenutosi a Roma.
Mentre istituzioni e società private lavorano alla stesura dell’Accordo di programma per la reindustrializzazione, comincia il dialogo tra parti sociali e azienda che punta su Bagnoli della Rosandra per la costruzione di carri ferroviari, come illustrato in due incontri separati da una parte a Fim, Fiom e Uilm, dall’altra a Ugl e Usb.
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I cardini del programma
Msc ha ribadito i cardini del suo programma: produzione annuale di mille carri ferroviari e tremila carrelli, un migliaio dei quali saranno esportati a beneficio di un secondo impianto che prenderà vita in Portogallo. Oltre all’aspetto produttivo, il sito di Bagnoli svolgerà compiti di manutenzione su mille vagoni all’anno. I funzionari della società hanno spiegato ai sindacati di voler investire sul progetto 104 milioni: 9,5 per lo start, 44 sulla produzione di carrelli, 39 su quella di vagoni e 11,5 per la linea delle manutenzioni. Le risorse saranno stanziate in parte dal privato e in parte, questa almeno la speranza di Msc, deriveranno da sostegno pubblico.
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La produzione di vagoni
Il piano nasce dalla volontà di Msc di entrare direttamente nella produzione di vagoni. Le stime illustrate dalla compagnia dicono infatti che il trasporto merci su rotaia aumenterà dal 12% al 30% entro il 2030, per le necessità dettate dalla transizione ecologica e l’impossibilità di reperire sul mercato nuovi camionisti. Solo nei prossimi due anni Msc calcola che in Europa se ne pensioneranno due milioni sui sei attualmente al lavoro. L’azienda calcola ad oggi l’esistenza di 712 mila carri ferroviari in Europa, di cui quasi 600 mila con età media di una trentina d’anni. La previsione è che le prossime necessità imporranno la costruzione di 50 mila carri all’anno per centrare gli obiettivi comunitari: un mercato in espansione in cui Msc è intenzionata a fare la sua parte non più come acquirente ma come produttore.
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Assorbimento degli esuberi
Il progetto si basa sull’assorbimento integrale degli esuberi, in graduale calo rispetto alle 300 unità di qualche mese fa (erano inizialmente 451). Queste maestranze serviranno ad alimentare le linee produttive, ma la società dice di voler assumere ulteriori nuovi 100 addetti fra l’attività di manutenzione e la logistica necessaria ad approvvigionare l’impianto.
Le 5 fasi
Msc pianifica 5 fasi dal momento dell’acquisto del sito fino alla piena attività. Il gruppo conta di aprire entro il 30 giugno la procedura per cessione di ramo d’azienda, con l’obiettivo di subentrare a Wärtsilä ad agosto, evidentemente con la necessità di allungare di un mese o due l’attuale contratto di solidarietà che scadrà appunto il 30 giugno. Si comincerà poi dal ripristino delle aree interne secondo le nuove necessità, per proseguire con la messa in efficienza degli impianti, l’ottenimento delle certificazioni per la produzione, il settaggio delle diverse linee e infine l’entrata a regime della produzione.
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La roadmap
La roadmap ha fissato la seconda metà del 2024 per il trasferimento del ramo d’azienda, mentre il 2025 servirà alle ristrutturazioni e al rilascio delle certificazioni. Il 2026 sarà l’anno delle prime attività di produzione e della formazione delle maestranze, fino al raggiungimento del pieno funzionamento nell’autunno 2027, quando cominceranno anche le attività di manutenzione e ci sarà la completa occupazione degli esuberi.
Le richieste alle istituzioni
I manager di Msc hanno infine ribadito ottimismo rispetto alle richieste avanzate alle istituzioni. Ma se è già molto avanzata la possibilità di estendere il punto franco di Bagnoli anche all’area Wärtsilä e di ottenere la connessione ferroviaria dell’impianto, è ancora in discussione l’entità del supporto economico che potrà arrivare da Invitalia attraverso il contratto di sviluppo. In alto mare invece il confronto sul riconoscimento del regime di esenzione totale dei dazi per le produzioni industriali in punto franco (servono un primo sì di Roma e poi la volontà della Commissione europea), mentre per ora il ministero dell’Economia non è intenzionato a riconoscere all’azienda i fondi previsti per il reshoring.
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