Morto Ciano Siego Facchinetti, il cantore della storia di Grado
foto da Quotidiani locali
GRADO L’autore e cantore di “Tango de Palù”, “Cinzia” e “La credevo del Tirolo” - brani celebri che da queste parti cantano tutti - se n’è andato a 90 anni, compiuti lo scorso mese di gennaio. Grado dà dunque l’addio a un grande cantastorie, a un ideatore di splendide serenate che era nato, come si suol dire in questi casi, con la chitarra in mano: un artista nel vero senso della parola, molto conosciuto non solamente dai gradesi ma anche dai tanti turisti dell’Isola, apprezzato per la verve, l’affabilità, le canzoni, la professionalità.
Tutto questo era infatti “Ciano Siego”, Luciano Facchinetti, uno dei più noti personaggi dell’Isola, una di quelle persone sempre sorridenti e mai dome, che dopo tanti anni di attività lavorativa ed extra-lavorativa, dedicata per l’appunto alla musica, continuava ancora a suonare e a cantare per gli amici e i parenti. Lo ha fatto sin che ha potuto. Lascia i figli Renato, Gemma, Nico e Rudi. La moglie Marisa Schernianz, con la quale era stato sposato per oltre 60 anni, se n’era andata prima di lui, nove mesi fa.
Ma “Ciano” lascia ovviamente anche i suoi celebri brani, le sue canzoni che intonava pure quando lavorava all’Azienda di soggiorno come bagnino delle sabbiature o con altri incarichi (in seguito, tra le altre cose, ha fatto il muratore). E poi, alla sera, dopo la giornata lavorativa, una doccia veloce, il cambio dei vestiti e di corsa ai concertini nei vari locali dell’Isola assieme agli amici di una vita, come Arturo Marin, Giuseppe Marchesan (“Gianni Cavalin”), con i quali formava il trio chiamato “I Saltapasti”, per dire di chi deve lavorare senza aver tempo per fermarsi a mangiare.
Era l’epoca d’oro del turismo gradese. I locali animati dalla musica erano davvero numerosi. Ma “Ciano” ha cantato e suonato anche con Ferruccio Tognon e a collaborare con lui, talvolta, ci sono stati pure altri autori e musicisti gradesi. Ha partecipato anche ad alcune edizioni del Festival della Canzone gradese. In quello classico, riservato agli adulti, non ha mai vinto (ma le sue canzoni si cantano, eccome) mentre si è aggiudicato tre edizioni della rassegna dedicata alle canzoni dei più piccoli.
“Siego” infatti è stato un fine paroliere, capace di raccontare in maniera semplice e perfino spensierata pure la triste realtà di stenti di vita gradese di tanti anni addietro, rappresentata per esempio nel brano “Povero ma in Capelo”, descrivendo i particolari e i locali della Grado di quei tempi. Ma Luciano Facchinetti è stato anche persona capace di condurre da solo un intero spettacolo senza cantare poiché, accanto alla musica, alle canzoni e alla sua simpatica parlata, si divertiva a proporre qualche semplice giochetto di magia. Doti che più avanti negli anni “donava” andando ad allietare, magari in compagnia di altri amici, gli anziani ospiti di Casa Serena, la casa di riposo della Schiusa. Una curiosità. Durante il servizio militare, come ricorda oggi il figlio Rudi, ha suonato e cantato pure a bordo dell’Amerigo Vespucci.—
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