Triestino accoltellato dalla compagna a Monfalcone, la donna resta in carcere
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foto da Quotidiani locali
MONFALCONE È ristretta in carcere, al Coroneo, la donna di 33 anni arrestata venerdì con l’accusa di tentato omicidio. La giudice per le indagini preliminari Fabrizia De Vincenzi ha convalidato il fermo e disposto la misura della custodia cautelare nel penitenziario di Trieste, città di residenza della giovane. «L’ho trovata molto provata», fa sapere l’avvocata Jessica Canton, che poco prima dell’udienza di venerdì pomeriggio aveva avuto modo di scambiare poche, sommarie parole con l’assistita. La 33enne, laureata in Giurisprudenza e prima di queste circostanze dedita al praticantato in uno studio notarile, era stata arrestata venerdì per aver inferto, al termine di una lite tra le quattro mura domestiche, in un appartamento al primo piano di via Terenziana a Monfalcone, tre colpi di lama al 54enne inquilino dell’abitazione (una casa nelle sue sole disponibilità), con cui era in atto «una recente, discontinua frequentazione», puntualizza la legale di fiducia.
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Un fendente aveva raggiunto l’uomo al petto. Uno alla schiena e uno alla mano. Punti non distanti, in particolare i primi due, da organi vitali, che devono aver giocato un ruolo nella decisione assunta venerdì, se non altro per l’impeto della presunta azione. Sequestrata la lama, un comune coltello da cucina, di non rilevanti dimensioni. Le indagini, affidate al Commissariato di Polizia.
Era stata la persona offesa, l’uomo ferito, pure triestino, ad allertare i soccorsi al culmine della notte burrascosa, attorno alle 3. Dopo quattro giorni di ricovero ospedaliero, a seguito del trasferimento in ambulanza a Cattinara, lunedì è stato dimesso.
«Si tratta – spiega l’avvocata Canton – di una vicenda complessa, ben oltre quanto si può percepire di primo acchito. Ho avuto modo di confrontarmi brevemente con la mia assistita e posso anticipare che, di quel giovedì notte, ci sono ancora molti punti oscuri. Tutti da sviscerare. La mia cliente si è presentata davanti al gip svariate ore dopo i fatti eppure aveva ancora vistosi lividi sul volto». Una notte che deve essere stata molto movimentata, dunque. Al centro le dinamiche di una relazione tra uomo e donna apparentemente agli antipodi, con età e vite differenti.
All’udienza di convalida, venerdì pomeriggio, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ancora «particolarmente provata» dai recenti fatti, ribadisce la legale di fiducia. Che in questi giorni ha comunque voluto sincerarsi delle condizioni di salute della persona offesa. L’esigenza, in prospettiva, è di «potersi confrontare a lungo con l’assistita»: solo all’esito dei colloqui sarà possibile capire «quali iniziative intraprendere, anche nei confronti dell’uomo».
Fondamentale capire «cosa sia esattamente successo quella notte e da dove è scaturita questa vicenda». Canton sta valutando il ricorso al Tribunale del riesame, relativamente alla misura cautelare disposta per la cliente. Una donna descritta come «minuta, di corporatura magra», esile. Che fino all’altra settimana, come riferito dalla sua avvocata, era immersa nel praticantato di uno studio notarile e ora invece si trova rinchiusa al Coroneo, accusata di tentato omicidio.