Padova-Triestina, l’ex Germano: «Più quadrati per i tre punti»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Pochi giorni fa ha compiuto 32 anni e da una stagione e mezza è un jolly prezioso della Triestina, una garanzia di rendimento in tutti i numerosi ruoli in cui ha giocato.
Ma per Umberto Germano quella di domenica a Padova sarà anche la classica partita dell’ex, perché oltre cento presenze e due promozioni sfiorate con i biancoscudati non si scordano facilmente.
Germano, Padova è stato un pezzo importante della sua carriera: cosa si prova a tornare all’Euganeo?
«Ci ho giocato tre anni e mezzo e sono tanti, normale che si sia creato un forte legame, cosa che sento anche di più quando torno a Vercelli dove sono stato sette anni. Restano partite un po’ particolari, anche se ormai sono abituato a giocare contro le ex squadre».
Sono stati anche anni molto intensi, con risultati brillanti ma finali deludenti.
«Sì, per due anni siamo arrivati secondi e in entrambe le stagioni siamo arrivati alla finale play-off, la prima persa all’ultimo rigore con l’Alessandria e la seconda con il Palermo. Due anni fantastici a livello di risultati ma con il rammarico della mancata promozione, in due stagioni abbiamo fatto 164 punti e non sono bastati per salire. Mi sono rifatto lo scorso anno con la Triestina, perché ottenere quella salvezza è stata come una promozione».
Anche quest’anno il Padova arriva secondo: resta la rivale più accreditata per i prossimi play-off?
«Ha un’ottima struttura di squadra e ha fatto un campionato pazzesco, ma ha la sfortuna di trovare sempre qualcuno che fa un campionato allucinante come stavolta ha fatto il Mantova. Però penso che ultimamente il Vicenza stia meglio come squadra, anche se il Padova può sicuramente dire la sua».
Di fronte in panchina ci sarà Oddo invece che Torrente: sorpreso?
«A Padova hanno sempre cambiato spesso anche quando si faceva bene, come è successo con Pavanel e Mandorlini. Non sono stati mandati via perché si perdeva, ma perché si voleva essere primi. In certe piazze è così, bisogna solamente vincere».
Il Padova è ormai secondo, voi invece ambite a essere la miglior quarta: che partita sarà?
«Non so se faranno tanti cambi o no, ma conosco tanti giocatori e chiunque giocherà sarà comunque all’altezza. Noi invece qualcosa ci giochiamo e vogliamo arrivare ai play-off nel migliore dei modi».
A proposito di play-off, dove può arrivare la Triestina?
«Puntiamo ad arrivare il più in alto possibile: la nostra rosa è importante e la squadra è forte, dipende da quanto vogliamo fare e soprattutto se lo vogliamo fare tutti, se lo facciamo insomma da squadra unita. Anche perché dopo un anno così vogliamo chiudere bene».
Come è stato ritornare al Rocco dopo tanto tempo?
«È sempre bello giocarci, è uno stadio pazzesco e fortunatamente abbiamo tanti tifosi che ci seguono. E il campo era finalmente a posto, c’era qualche piccolissima comprensibile sbavatura essendo stato fatto da pochissimo, ma tutta un’altra storia rispetto al vecchio manto erboso».
In cosa dovete crescere per puntare in alto?
«Ultimamente abbiamo avuto troppi alti e bassi, con belle vittorie e altre prove meno convincenti. Col Novara credo che abbiamo fatto una buona partita, ma abbiamo concesso due palle e hanno fatto due gol. Dobbiamo essere più quadrati come squadra e cercare di finalizzare un po’ di più».
Dopo aver fatto a lungo il terzino, ora fa l’esterno di centrocampo: cosa cambia e come si trova?
«Nessun problema, il quinto l’ho fatto per tanti anni: cambia che mi trovo più avanti in campo e devo correre parecchio indietro dovendo fare le due fasi. Quindi è sicuramente più dispendioso, magari 5-6 anni fa avevo un po’ più freschezza, ma va comunque abbastanza bene. E come tutte le cose, più le fai e più le fai bene e diventano naturali».