San Vito, don Malnati e il 25 aprile del 1974: «Quella prima messa a Trieste con sole tre persone»
![San Vito, don Malnati e il 25 aprile del 1974: «Quella prima messa a Trieste con sole tre persone»](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/ilpiccolo/2024/04/24/212054302-92a41c5b-a599-4b5a-8e0d-540a2329be5e.jpg)
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Il giorno della prima messa, il 25 aprile 1974, c’erano solo tre persone presenti e qualche piccione che in chiesa aveva trovato rifugio. «Non si preoccupi – questo fu l’incoraggiamento del vescovo Antonio Santin – vedrà che con il tempo sarà piena di giovani». Oggi, a 50 anni di distanza, a frequentare la chiesa di Nostra Signora di Sion di via don Minzoni ci sono 300 ragazzi per il catechismo e altri 200 nella bella stagione per il centro estivo pomeridiano. È il percorso fatto in questo mezzo secolo da don Ettore Malnati, assieme alle persone che lo circondano e lo aiutano. A cominciare da Patrizia, la segretaria tuttofare che coordina trenta collaboratori del centro pastorale e dell’oratorio. Si può quindi ben dire che il vaticinio del vescovo più amato della storia di Trieste si è realizzato. Tanto da far sembrare ancora più lontano quel 25 aprile 1974.
Punto di riferimento a San Vito
«Quel giorno assieme a monsignor Santin ritornavamo da Venezia – ricorda don Malnati – dove al mattino concelebrò la Santa Messa in onore del patrono San Marco assieme al patriarca di allora. Ricordo ancora i vetri rotti e i piccioni che volavano al suo interno». Perché la chiesa di Nostra Signora di Sion, nei primi anni ’70, era completamente abbandonata. Il vescovo decide allora di affidargliela, «con l’auspicio – confida – di vederla piena di giovani, al quale non ci credevo troppo nemmeno io». Così a partire dal 1974 don Ettore Malnati inizia a prendersi cura della chiesa per farla diventare un punto di riferimento per il rione di San Vito. «Un quartiere – ricorda – che nel corso degli anni è cambiato molto, basti pensare che nel 1974 c’erano 29 fori commerciali che progressivamente hanno chiuso, svuotando un po’ alla volta tutte le aree sociali del rione».
L’oratorio di via Tigor
Nel frattempo, però, a riempirsi era l’oratorio di via Tigor, attiguo alla chiesa di via don Minzoni. Uno spazio aperto ogni giorno, lunedì a parte, riempito dai giovani di tutto il quartiere. Così don Malnati, inizialmente destinato a prendere in mano la Fuci nazionale (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), rifugge un destino già segnato per dedicarsi a quegli spazi ed edificare un perimetro oggi fondamentale per il rione. «Gli inizi erano quelli difficili degli anni ’70 del secolo scorso – ricorda don Ettore –, quando era necessario essere schierati, a sinistra come a destra, ma anche al centro e io ricevevo rimproveri anche da quelli di Comunione e Liberazione, perché ero indipendente da tutti». Talmente tanto da fondare la prima radio libera cattolica, Radio Trieste Centrale. Seguita dall’associazione culturale Studium Fidei, realtà che ancora oggi si pone l’obiettivo di promuovere il dialogo interreligioso e il confronto su tematiche ecumeniche e teologiche. Il tutto partendo da semplici prefabbricati.
Il parcheggio
Sion nel frattempo, il 23 marzo 1980, viene istituita a Rettoria, per poi essere elevata a parrocchia solamente nel novembre 1994, grazie al vescovo di allora, monsignor Lorenzo Bellomi, a seguito dell’unione della chiesa di via Tigor con la parrocchia Madonna della Provvidenza. «Passavano gli anni e mi resi conto che non potevamo continuare a vivere l’oratorio nei prefabbricati, allora andai da Bellomi e gli proposi di costruire un parcheggio, senza incassare nulla, ma ottenendo in cambio l’attuale centro pastorale. Ma il primo che mi aiutò – sottolinea don Malnati – fu Paolo VI con 7 milioni di lire dell’epoca provenienti direttamente dalla sua carità personale. Con quei soldi sistemai gli interni della chiesa».
Nessun rimpianto
Ecco che don Malnati si è tenuto stretta San Vito rispetto magari altri incarichi. Rimpianti? «Mai – risponde convinto don Ettore – come prete sono felice del percorso che ho compiuto e in modo particolare per aver costruito l’oratorio. E per aver insegnato diritti umani nella facoltà di Scienze diplomatiche e internazionali di Gorizia, all’università di Lugano, e per essere stato per una ventina d’anni tra i 25 che scrivevano i discorsi ufficiali di Papa Giovanni Paolo II».
Comunità attiva
Oggi la comunità della chiesa di via don Minzoni è particolarmente attiva, pur non trattandosi di un rione dai confini ben definiti. «Sono contento della mia gente e della loro partecipazione alle nostre attività – ammette soddisfatto don Ettore –. Ho impostato il mio servizio pastorale nello spirito del concilio vaticano secondo e i fedeli ci hanno seguito». Anche nella parrocchia di Nostra Signora di Sion, pur essendo collocata in una zona della città agiata, gravitano persone meno fortunate. «Da ormai 30 anni, una volta alla settimana, organizziamo il pranzo per le persone bisognose – ricorda don Malnati –. La povertà dev’essere dignitosa, vai a trovare le persone, scambi quattro chiacchiere, ascolti le loro problematiche e cerchi di aiutarle...».
RIPRODUZIONE RISERVATA