In tre fuggono dal Cpr di Gradisca, un quarto cade dal tetto e finisce in ospedale
Il tunisino ha tentato il salto dal tetto alle recinzioni esterne ma è piombato al suolo: è stato elitrasportato a Trieste. Uno straniero che ha assistito alla scena ha desistito e ha protestato per tutta la notte sul tetto
GRADISCA Nuovamente una notte turbolenta al Cpr di Gradisca. Un tunisino di 30 anni, trattenuto al centro per i rimpatri della cittadina isontina, è stato elitrasportato nella notte fra domenica 28 e lunedì 29 aprile all'ospedale di Cattinara a Trieste dopo avere riportato gravi lesioni ad una caviglia per essere pesantemente caduto al suolo nel tentativo di raggiungere la recinzione dell'ex caserma Polonio e fuggire dalla struttura.
Altri tre connazionali sono riusciti a fuggire facendo disperdere le proprie tracce nella notte, riferisce la Questura.
Il nordafricano, che ha riportato un trauma da codice giallo agli arti inferiori, era riuscito ad issarsi sul tetto del Cpr accedendovi da una delle vasche di contenimento esterne alle camerate.
Da lì ha tentato il salto verso le recinzioni esterne ma è piombato al suolo, entro il perimetro del centro.
Sul posto sono intervenute un'automedica proveniente dal vicino ambulatorio di via Fleming ed un'ambulanza inviata dalla centrale operativa Sores di Palmanova.
I sanitari hanno constatato la necessità di elitrasportare il ferito al nosocomio di Trieste.
Un altro uomo, anch'esso intenzionato a tentare l'allontanamento dalla struttura, ha assistito alla caduta del compagno di detenzione ed ha desistito dal tentare il gran balzo (oltre 3 metri) verso la recinzione esterna. ma per tutta la notte ha protestato sul tetto dell'ex Polonio minacciando atti di autolesionismo.
"Si è trattato di azioni in qualche modo isolate - spiega il questore di Gorizia, dottor Luigi Di Ruscio -: all'interno non vi sono state rivolte collettive, nè si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine impegnate nella vigilanza della struttura. Durante la notte altri tre connazionali sono riusciti ad allontanarsi mentre un quarto ha protestato per tutta la notte sul tetto".
L'uomo alle prime luci del giorno era ancora sulle coperture dell'ex compendio militare.
È ormai dallo scorso dicembre che il centro permanente per i rimpatri è al centro di sommosse e tentativi di fuga. Una parte della struttura è da tempo interessata da lavori di ripristino della sicurezza dopo i continui danneggiamenti e secondo i sindacati delle forze di polizia questo la rende in parte vulnerabile.