Il giallo dei due zebù spuntati nel centro di Muggia
foto da Quotidiani locali
MUGGIA A Muggia nel corso degli ultimi anni si sono registrati diversi avvistamenti curiosi di animali, dal capriolo trovato a scorrazzare tutto solo in via Roma, fino alle famigliole di cigni reali, passando per diversi volatili rari. Ma quello che, la scorsa notte, Carabinieri e poi volontari della locale Protezione civile hanno visto incamminarsi lentamente lungo viale XXV Aprile rappresenta una novità assoluta per la cittadina istroveneta: si sono imbattuti in due zebù, una mamma con il suo piccolo, in viaggio per le vie di Muggia, inconsapevoli di aver oltrepassato, molto probabilmente, uno dei valichi confinari con la Slovenia sulle alture muggesane.
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I militari e i volontari sono riusciti a portare i due animali esotici nel parcheggio ex Enel, dove in seguito sono stati monitorati sul posto dalla Polizia locale. Un’immagine surreale si deve essere palesata davanti ai loro occhi: la mamma, un esemplare adulto di questo bovino originario dell’Asia, con il suo piccolo, di circa sei mesi, che brucavano lungo i bordi della strada. Il piccolo si nutriva anche del latte materno.
«Alcuni testimoni hanno riferito di averli visti arrivare da Crevatini», ha spiegato il comandante della Polizia locale di Muggia, Roberto Dellosto. «Abbiamo allertato la polizia slovena, che, sentiti i veterinari del posto, ci ha informato che non risultano zebù registrati nella zona a ridosso del confine. Così come non risultano essercene sul versante italiano. Intanto per ora nessuno si è fatto vivo reclamando la proprietà dei due animali. Non è stata avviata alcuna indagine, ma nei prossimi giorni continueremo a cercare elementi utili a ricostruire i fatti».
Nel parcheggio dell’ex Enel è giunto anche il veterinario di Asugi, Massimo Erario, che ha verificato lo stato di salute degli animali: «I due zebù stanno bene - ha precisato -. La mamma presenta i fori delle marche auricolari, che però non portava addosso, quindi non è stato possibile ricavare informazioni. Potrebbe averle perse, perché agli animali al pascolo capita di perderle».
È andato a far loro visita anche il sindaco di Muggia Paolo Polidori che, con un video sui social, ha chiesto la collaborazione dei cittadini per trovare un mezzo idoneo per il trasporto dei due bovini in un posto attrezzato e sicuro. Iniziativa che ha funzionato: nel primo pomeriggio i due bovini sono stati recuperati con un mezzo di trasporto adeguato giunto da una ditta di trasporto bestiame di Faedis, in Friuli, con il quale i due animali sono stati portati al Centro recupero fauna selvatica ed esotica di Terranova, in provincia di Gorizia. Insomma, un giallo con ancora tanti punti oscuri: i bovini, dei quali apparentemente le autorità non erano a conoscenza, sono fuggiti da un allevamento, o da un terreno? Situato dove? Quel che è stato accertato dal veterinario è che i due animali stanno bene e sono stati portati in un centro di recupero d’eccellenza.
Ma gli zebù che origini hanno? Si tratta di una sottospecie di Bos taurus comune nei paesi tropicali. Ne esistono 75 diverse razze, distribuite in numero pressoché uguale fra Africa e Asia. In India questa vacca viene considerata sacra. Lontana discendente dello zebù è la piemontese, razza bovina tipica del Piemonte nata alla fine del XIX secolo. Fisicamente gli zebù si distinguono dalle vacche europee per la gobba, la grande giogaia e le grandi orecchie. Anche le corna sono spesso particolarmente arcuate e di grandi dimensioni. Hanno più ghiandole sudoripare e sopportano meglio i climi caldi e umidi. Dimostrano anche una maggiore resistenza ai parassiti. —
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