Dalla sparatoria in via Carducci alle risse in città, ecco la mappa della Trieste che cambia
Lungo elenco di casi iniziato con la spedizione punitiva in via Carducci nel 2021 quando un gruppo di kosovari diede l’assalto ai rivali con spranghe e pistole
TRIESTE Che qualcosa fosse cambiato a Trieste lo si era visto a inizio settembre 2021. Via Carducci: un gruppo di kosovari scende da un furgone e da un’auto armato di spranghe e pistole per assalire un altro gruppo rivale di kosovari al bar.
Scena due, piazza Goldoni e piazza Garibaldi, primavera dell’anno scorso. Non passava settimana che bande di afghani, pachistani, egiziani, tunisini e marocchini, o ancora di kosovari, non si fronteggiassero prendendosi a pugni o a bottigliate. E qualcuno tirava fuori pure il coltello. Per non parlare dei pestaggi lungo la scala dei Giganti.
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Scena tre, piazza Libertà. E qui gli episodi riempiono da mesi, ormai, le cronache: richiedenti asilo che si scontrano con bastoni, cocci di vetro e lame tra il Silos, la stazione e la piazza, fino a borgo Teresiano. Innumerevoli i fatti in questo perimetro. L’ultimo domenica scorsa, con la rissa e l’accoltellamento in mezzo alla strada, tra via Trento e via della Geppa.
Risale ad appena un mese prima, l’11 aprile, l’altro accoltellamento in piazza Libertà, sempre tra extracomunitari. È dalla scorsa primavera che la Questura ha organizzato presidi fissi con pattuglie di Polizia e Carabinieri nelle piazza ritenute più problematiche: Goldoni, Garibaldi, Perugino e Libertà. Ma le violenze non si sono mai fermate, anche sotto gli occhi di agenti e militari. E sono “sconfinate” in altri punti della città. Molti ricorderanno la zuffa tra una ventina di afghani scoppiata in giardino pubblico lo scorso 24 marzo.
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Solo che in questi mesi, più o meno dallo scorso inverno, si è aggiunto un altro tassello al fenomeno: i minori stranieri di varie origini, in particolare magrebini, responsabili di rapine, risse, aggressioni e regolamenti di conti a ripetizione. I fatti hanno ridisegnato “la mappa” delle violenze: molte le segnalazioni di scontri tra bande nei giardini del rione di San Giacomo. Aveva suscitato sgomento anche il pestaggio dello scorso 28 novembre in piazza Carlo Alberto davanti una struttura di accoglienza. I giovani si erano affrontati con bastoni e coltelli. Uno impugnava una pistola, che poi si era rivelata finta.
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Ma è in questo ultimo mese che il fenomeno delle risse e delle rapine sta conoscendo una particolare «recrudescenza», così ha dichiarato il procuratore Antonio De Nicolo. Il 17 aprile, in piazza Goldoni, un gruppo di magrebini aveva picchiato e minacciato con un coltello alla gola un quindicenne. In pieno giorno.
Per non parlare di domenica scorsa, giornata particolarmente violenta per la città: oltre alla rissa in Borgo Teresiano tra pachistani, quella di via Trento, sono state documentate altre due aggressioni: una in via Raffineria, quindi in zona piazza Garibaldi (la vittima ha indicato una dozzina di «magrebini» come possibili responsabili), e una rapina tra ragazzini stranieri nei pressi di Campo San Giacomo.
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I giorni antecedenti sono stati caratterizzati da altri episodi: i sette giovani che nella notte di venerdì 3 maggio, armati di martello e coltello, hanno seminato il panico derubando e minacciando almeno quattro ragazzini. La Polizia ha arrestato un tunisino di 19 anni ospite della struttura Caritas di via Vasari – con precedenti per rapina, furto aggravato e violenza sessuale di gruppo – e denunciato un minore kosovaro. La sera successiva, sabato, sulle Rive, dietro a Eataly è stato rapinato un ventisettenne triestino, aggredito con lo spray al peperoncino da un nordafricano.
Anche la zona tra piazza Perugino e via Settefontane è finita nella black list delle forze dell’ordine, dopo la rissa di giovedì notte e il giro di spaccio nella piazza, luogo di ritrovo di gruppi di stranieri su cui la Polizia sta indagando per risalire ai responsabili delle ultime rapine.