Campus di Gorizia, avviato l’iter per il referendum: «L’ex ospedale civile non va demolito»
foto da Quotidiani locali
GORIZIA L’avevano annunciato il 2 maggio scorso. «Vogliamo venga promosso un referendum sulla variante urbanistica che prevede il cambiamento della destinazione da sanitaria a scolastica. Questa modifica porta con sé la demolizione dell’attuale ex ospedale civile: un’eventualità che noi contrastiamo con forza».
Detto e fatto. Il neocostituito Comitato, guidato dall’architetto Romano Schnabl, ha acceso i motori. «Abbiamo presentato tutte le carte - racconta il portavoce - e c’è stata la prima convocazione del Comitato di garanzia che, nel merito, ancora non si è espresso. I componenti ci hanno detto di aver bisogno di informazioni intorno alla correttezza del quesito».
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Situazione in itinere
Al momento, non ci sono decisioni. «La situazione è in itinere - prosegue Schnabl -. Non ci sono state fornite tempistiche sulla decisione finale ma è certo che noi non molliamo. E poi, diciamola tutta: il referendum, si faccia o non si faccia, è in ogni caso il momento conclusivo di un percorso che ha portato alla formazione di un’opinione pubblica. Con stupore, incontro sempre molto interesse e nessun disinteresse. Questo colpisce pure me. In molti sono contrari all’abbattimento del vecchio ospedale. Lo ripeto: sono stupefatto di non aver contraddittorio se non da parte di coloro che, genericamente, affermano che il “novo xe bel”».
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La necessità di riflettere
Secondo il Comitato, di cui Schnabl rivendica l’apoliticità, è giusto riflettere su questo argomento. «Con quale leggerezza siamo pronti a rinunciare ai 21 mila metri quadrati di quell’edificio? È evidente, e rispondo ai detrattori, che tale edificio richieda una capacità finanziaria notevole ma è anche vero che si può anche procedere a lotti. Sono felice perché il nostro Comitato è riuscito, e sta riuscendo, a sollecitare una riflessione a più voci».
Le osservazioni
Per il resto, il gruppo di cittadini “in prima linea” ripropone alcune osservazioni fatte già a inizio maggio. E si chiede se è davvero opportuno procedere con l’operazione del campus scolastico (futura casa del Liceo Slataper) «senza porsi delle domande. La nostra idea è che, prima di parlare di demolizioni, bisognava e bisogna pensare a un suo riuso». Il Comitato fa anche un veloce excursus.
«Si è provato a vendere il caratteristico edificio a croce di Lorena ma senza fortuna. Si è parlato di realizzare al suo interno un carcere europeo, poi una sede universitaria. Posto che anche che il suo valore, a mio parere, vada ridimensionato a 15 milioni (nel 2017 si parlava di 24 ndr), ne serviranno 5 per demolirlo. È una partita da 20 milioni. Purtroppo, vediamo poca prudenza: quando si parla di denaro pubblico non ci devono essere affatto leggerezza e superficialità».
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