A Castellamonte conflitto a fuoco dopo la rapina, svolta nelle indagini
foto da Quotidiani locali
CASTELLAMONTE
C’è stato un conflitto a fuoco tra il rapinatore e la sua vittima. È quanto emerso dall’accurata ricostruzione dell’assalto alla villa di un ultrasettantenne a Spineto. Una storia che avrebbe potuto sfociare in tragedia all’alba di venerdì mattina, quando un pregiudicato 35enne residente nel novarese, si è introdotto nella proprietà di un pensionato. La dinamica iniziale, man mano che gli investigatori dell’Arma continuavano nella raccolta di prove e testimonianze, si è arricchita di particolari che ora fanno pensare ad una tragedia sfiorata proprio nello stesso giorno in cui a Ivrea si celebrava il processo a Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone che nella notte del 7 giugno 2019 sparò contro i ladri che stavano assaltando il suo negozio, uccidendone uno.
Nella popolosa frazione castellamontese il furto si è trasformato in rapina dopo la colluttazione tra il malvivente in trasferta da Trecate e il padrone di casa poiché sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco. Non solo, come si era ipotizzato inizialmente i due partiti dalla rivoltella impugnata dal pensionato durante la lotta con il 35enne (entrambi andati a vuoto). Ma anche quelli sparati dall’ultrasettantenne che, ferito e derubato della pistola, ha afferrato uno dei numerosi fucili custoditi in casa ed ha aperto il fuoco dal balcone verso i campi dove il 35enne stava fuggendo a gambe levate. Quest’ultimo, poi arrestato, ha risposto al fuoco con la pistola appena rubata. I carabinieri quindi non solo hanno recuperato e restituito il ricco bottino ma hanno salvato il pregiudicato dalle fucilate della sua vittima.
Ora i tecnici della balistica stabiliranno se i proiettili, nessuno dei quali fortunatamente andati a segno, sono stati esplosi per colpire il bersaglio o solo a scopo intimidatorio.
Intanto, lunedì, l’arresto del rapinatore è stato convalidato. Visti i suoi numerosi precedenti, l’uomo resterà in carcere. Ad aggravarne la posizione anche il contenuto dello zaino che aveva a spalle nel quale oltre ad aver messo le migliaia di euro, preziosi e monili in oro arraffati nella casa appena svaligiata aveva anche una pistola risultata rubata ad un imprenditore immobiliare di Varese. E non solo. C’era anche il kit del perfetto rapinatore in villa: nastro adesivo, cloroformio, fascette da elettricista, un passamontagna. Per questo i magistrati della Procura di Ivrea hanno iniziato a sospettare che il colpo a Spineto fosse stato studiato nei particolari.Il 35enne sapeva di trovare contanti e preziosi e aveva anche ipotizzato che il titolare fosse in casa. Invece era appena uscito e vi ha fatto ritorno dopo aver ricevuto sul cellulare l’avviso che il sofisticato antifurto messo a difesa della sua dimora era scattato.
Accertamenti anche sul numero delle armi, tutti regolarmente denunciate da un primo controllo, e sulle modalità con cui venivano custodite. Decisive saranno le testimonianze dell’anziano, rimasto ferito nella violenta colluttazione, quella del malvivente e quelle dei vicini di casa che sono stati i primi a raccontare ai carabinieri di aver udito non solo due esplosioni ma almeno cinque botti. I due mentre gli uomini lottavano furiosamente e poi quelli nel successivo conflitto a fuoco.
I carabinieri coordinati dal capitano Manuel Grasso stanno inoltre monitorando tutti i video di sorveglianza alla ricerca di un complice perché il rapinatore non è certo arrivato da Trecate a Castellamonte usando i mezzi pubblici.