Il cuore dei Fogolârs batte forte per l’Udinese: «I bianconeri ci fanno sentire a casa anche se siamo lontani»
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foto da Quotidiani locali
«L’Udinese ci fa sentire a casa anche se siamo lontani. Ci fa sentire friulani e orgogliosi di esserlo». Basta nominare la squadra bianconera per accendere l’entusiasmo degli emigranti sparsi per i cinque continenti. Da Adelaide a Toronto, da Londra e Buenos Aires il sostegno ai colori bianconeri è incondizionato e nessuno vuol sentir parlare di serie B. «La passione per l’Udinese è presente e viva anche in Australia – confessa Giovanni Freschi del Fogolâr Furlan di Adelaide –. Un gruppo di fedelissimi riesce anche a seguire le partite, alzandosi alle 2 o 3 di notte per ritrovarsi in un locale della città e sintonizzarsi sulle trasmissioni in streaming. Il nostro è un legame vero con la squadra friulana, di cuore: per tutti noi rappresenta il vero spirito del Friuli. Quando vediamo l’Udinese o ne parliamo – aggiunge Freschi – ci sentiamo a casa. Fare riferimento a Zico, Nestor Sensini, Antonio Di Natale ci entusiasma e ci unisce. La serie B? Non vogliamo nemmeno pensarci: domenica pensiamo solo a vincere la partita».
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Spostandosi di qualche migliaia di chilometri, in Argentina, l’apprezzamento per i colori bianconeri non cambia: «Oltreoceano c’è sempre un cuore friulano che batte forte ogni volta che gioca l‘Udinese – ammette Eduardo Dino Baschera, presidente emerito della Sociedad Friulana di Buenos Aires –. Nei gruppi WhatsApp ogni domenica seguiamo le partite della serie A e puntualmente c’è sempre qualcuno che indica il gol dell‘Udinese». Parlando dei giocatori simbolo, Baschera ha pochi dubbi: «I nomi degli argentini mi vengono subito in mente: Nestor Sensini, il Tucu Pereyra e soprattutto Rodrigo De Paul, che ho visto giocare allo stadio Friuli in una serata fredissima. A scaldarmi, però, ci ha pensato il calore della tifoseria bianconera». Sull’ipotesi serie B, Baschera chiude così: «Sarebbe un colpo per noi friulani all’estero, siamo fieri della nostra Udinese. Meglio non pensarci».
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Accorciando la distanza da Udine, e fermandosi a Londra, l’attaccamento all’Udinese affiora con la medesima intensità. Lo dimostra Paolo Pascolo del Fogolar Furlân Great Britain: «La stagione è stata sfortunata e bizzarra. Con Deulofeu in cabina di regia sarebbe stato un altro campionato. Controllo sempre i risultati delle partite e spesso vedo gli highlights su Youtube. Il legame con la Zebretta è molto forte. Vivendo all’estero molti friulani considerano i bianconeri come un biglietto da visita, parte della loro carta di identità, un modo per far capire da dove veniamo». Più ci si allontana dalle Picule patrie, più questo legame sembra diventare significativo. «È normale per noi friulani rispondere alla domanda “Where are you from? ” con “I’m from Udine Friuli”, e fino a qualche anno fa, come in un gioco dove si associano le parole, il trittico era “Ah! Udine. ..Udinese...Di Natale!”», assicura Pascolo. Sul rischio di finire nella serie cadetta, il presidente del Fogolar della Gran Bretaglia chiude così: «Che il cîl nus judi! Dopo tanti anni di serie A sarebbe un vero peccato retrocedere. Al di là delle polemiche, la proprietà della famiglia Pozzo ha portato stabilità nell’ambiente tramite una gestione economica di tipo aziendale che ha permesso di costruire basi solide. Da tifoso e da friulano spero tanto di salvarci».
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