Affari esplosivi nella UE

L’ultimo filone scaturito dal Qatargate, lo scandalo dei politici di Bruxelles a busta paga di potenze straniere, offre uno spaccato inquietante sui traffici consumati all’ombra della bandiera dei Ventisette a opera della poco onorevole compagine italiana. Protagonista è Francesco Giorgi, collaboratore dei dem Pier Antonio Panzeri e Andrea Cozzolino e, soprattutto, compagno di Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento Ue arrestata con lui per aver intascato robuste mazzette da Paesi africani e mediorientali. In alcuni appunti, sequestrati all’interno della memoria del suo pc durante una perquisizione, vengono ricostruiti i business che l’arrembante professionista avrebbe avviato in parallelo all’attività politico-istituzionale. È durante il lockdown del 2020 che Giorgi, chiuso in casa in Grecia insieme con la fidanzata e al loro bambino, decide di allargarsi. «Dal 2020 ho approfittato del confinamento per studiare» scrive in una memoria lo stesso indagato. «Avevo scaricato un manuale su come fare impresa per ambiti molto diversi […]. La mia idea per il dopo 2024 era quella di uscire dal Parlamento e costituire una società di commercio internazionale […]. Nel mio lavoro era molto facile trovare possibili opportunità. Il Parlamento europeo è un osservatorio privilegiato, soprattutto se si tratta di rapporti con i Paesi terzi. Ci sono sempre richieste che cercano offerte».

Così, senza aspettare la fine dell’attuale legislatura decide di saggiare il terreno. E, nascondendosi dietro il nome del papà (del quale dirà di aver falsificato pure la firma) e una mail civetta (externalaffairs.eu), in modo da giocare «sull’assonanza con le istituzioni europee», Giorgi comincia a prendere contatti e contratti. Il primo a cui offre i suoi nuovi servizi di brasseurs d’affaire (incompatibili con lo status di assistente parlamentare) è l’ambasciatore della Mauritania a Bruxelles Abdallahi Kebd. Lo stesso che, secondo le accuse della Procura di Bruxelles, lo avrebbe assoldato come lobbista ombra in cambio di un compenso di almeno 100 mila euro. Kebd gli propone di vendere nitrato d’ammonio, una potente sostanza esplosiva - la stessa che, stoccata in un magazzino, ha provocato il disatroso scoppio al porto di Beirut nel 2020 - alla compagnia nazionale industriale e mineraria del suo Paese (Snim) in quanto, scrive Giorgi, «il suo governo voleva diversificare i fornitori». Nel computer del professionista vengono scoperti, come ha ricostruito il quotidiano belga Le Soir, un bando di gara della Snim e fatture e bolle di trasporto di una società marocchina, la Cadex, che in passato aveva vinto un lotto per la vendita di ottomila tonnellate di nitrato d’ammonio a 335 euro a tonnellata. Materiale, si giustifica Giorgi durante un interrogatorio, che gli era stato consegnato «a scopo esplicativo» non avendo egli preso parte, a suo dire, alla trattativa.

Un altro contratto, datato 8 novembre 2020, sembra invece offrire qualche spunto investigativo in più. È una fornitura diretta, quindi senza selezione pubblica, alla Snim del valore di 17 milioni di euro. Per un prezzo, a tonnellata, di 446 euro rispetto ai 335 della Cadex. Trovato l’acquirente, resta da individuare il fornitore. Ad aiutare l’improvvisato uomo d’affari è la compagna, Eva Kaili. Forte del suo ruolo di vicepresidente del Parlamento Ue e di una fittissima rete di rapporti (nel suo cellulare sono state tracciate 120 mila schede contatti), non le occorre molto tempo per tirare fuori dal cilindro l’uomo giusto. È un imprenditore greco, con interessi in Georgia, ufficialmente produttore di pasta, che ha conosciuto in vacanza sull’isola greca di Patmos. Proprio l’8 novembre 2020, la Kaili crea un gruppo WhatsApp tra il compagno e l’industriale. Scrive: «Ciao Sandros & Francesco, […] avete entrambi molta esperienza e contatti quando si tratta di pasta (e aggiunge l’emoji con l’occhiolino, ndr) ma soprattutto con governi stranieri per import/export». Del suo fidanzato nasconde il ruolo di assistente parlamentare e dice: «Francesco è un consulente di fiducia di diversi governi. Forse dovresti parlare al telefono ed esplorare come lavorare insieme».

Un paio di giorni e il pastaio greco trova un produttore georgiano di nitrati. Il quale però pone una condizione: la mediazione di una società di Singapore, la Dreymoor Fertilizer Overseas (con la quale Giorgi firma un contratto di riservatezza il 12 novembre, sempre a nome del padre). Come sia andata a finire è difficile dirlo. Giorgi giura che è tutto saltato perché la Mauritania, alla fine, avrebbe fatto un passo indietro. Possibile? Nel febbraio 2021 ritroviamo Giorgi nuovamente in azione. Stavolta dialoga con la società greca Prognosis Biotech, specializzata in kit anti-Covid. L’indagato vorrebbe vendere a Mauritania e Qatar i test per rilevare il coronavirus. A fine mese, dalla Prognosis Biotech arriva una proposta al ministero della Sanità mauritano con una produzione massima di «due milioni di test al mese» e «tempi di consegna abbastanza rapidi».

L’anno dopo Giorgi si sposta e, dal comparto sanitario, si fionda su quello della difesa dell’ambiente. Sempre protetto dallo schermo dell’azienda paterna, firma un patto con la V Group, realtà greca specializzata in energie rinnovabili, trattamento rifiuti e servizi di bonifica. L’accordo prevede una commissione del 6 per cento su ogni contratto stipulato col Kuwait. Nel memoriale, il professionista spiega di aver fatto da tramite tra il gruppo industriale e «Paolo Alli, ex parlamentare italiano e lobbista specializzato in Kuwait» perché «non avevo contatti nel Paese». Alli (non indagato né sospettato) è un ex deputato del Pdl e attuale presidente di Alternativa popolare, partitino nato dalla ceneri del Ncd di Angelino Alfano. La Kaili lo aveva conosciuto in aeroporto. Nelle settimane della trattativa, la donna gli scrive: «Quindi mi hai detto che avevi buoni contatti in Kuwait! […] Ora sono vicepresidente del Parlamento europeo, responsabile del Medio Oriente […]. Sarebbe fantastico se lavorassimo insieme». Dopo la risposta positiva di Alli su possibili ganci in quell’area, la Kaili immediatamente introduce il suo compagno presentandolo come uno che ha «suggerimenti commerciali». Più che un Parlamento, viene in mente una banca d’affari.