Il nuovo “giocattolo” di Kim Jong-un: un drone sommergibile che trasporta testate nucleari
La Casa Bianca ha espresso sdegno e preoccupazione per l'esperimento compiuto dalla Marina militare della Corea del Nord ieri mattina: Pyongyang ha infatti collaudato il sistema autonomo per trasporto di testate nucleari Haeil 5-23 nelle acque al largo della sua costa orientale, mentre gli Stati Uniti e i loro alleati stavano, secondo il leader Kim Jong-un, “minacciando seriamente la sicurezza del paese e destabilizzando la situazione regionale”, come ha riferito il Ministero della Difesa nordcoreano in una dichiarazione diffusa dal governo mediante l'emittente di Stato Kcna, nota nella quale si precisa: “Il nostro drone sottomarino nucleare è stato ulteriormente perfezionato e le sue azioni di risposta marittima e subacquea continueranno a scoraggiare le manovre militari ostili delle marine degli Stati Uniti e dei suoi alleati, che potrebbero subire catastrofiche conseguenze.”
Le minacce di Kim Jong-un non sono una novità e la Corea del Nord l’anno scorso aveva affermato di aver collaudato il drone subacqueo armato due volte, pubblicizzandone la capacità di effettuare attacchi furtivi e poter distruggere i nemici con uno “tsunami radioattivo” generato da un’esplosione subacquea. Tuttavia le forze americane e giapponesi, le più vicine alla zona delle operazioni, non hanno rilasciato dettagli sulle vere potenzialità conosciute dello Haeil 5-23 e hanno invece concluso senza intoppi di alcun genere le esercitazioni congiunte in programma questa settimana insieme con la Corea del Sud, manovre che in tutto hanno coinvolto nove navi da guerra tra le quali la portaerei Uss Carl Vinson, posizionata al largo della costa meridionale di Seoul. Anche in questo caso si tratta di un episodio non certo inedito, poiché le operazioni alleate erano state decise dopo che Pyongyang, domenica scorsa 14 gennaio, aveva dichiarato di aver lanciato un nuovo missile a combustibile solido dotato di una capacità ipersoniche (ovvero in grado di volare a velocità superiori di più volte a quella del suono). Per ora della nuova arma subacquea nordcoreana si sa che seppure sia un drone sottomarino, sarebbe piuttosto lento, cioè pare possa navigare a 14-15 km orari al massimo, ancora lontano dall'essere una minaccia, e che sarebbe quindi piuttosto vulnerabile a qualsiasi attacco da parte di sommergibili tradizionali a propulsione nucleare. Dovendo comunque emergere per essere programmato mediante segnali provenienti da altre unità navali o via satellite, lo Haeil 5-23 viene tracciato dagli Usa, che ne possono analizzare anche le comunicazioni di comando e controllo. E siccome la tecnologia nordcoreana deriva da quelle russe e cinesi, questo è un esercizio che l'Us Navy esegue in continuazione. Ciò non deve portare a pensare che l'arma sia innocua, anzi, ma la pone nella limitazione di essere conosciuta e seguita.
Ancora una volta, quindi, si tratterebbe di un segnale più politico che militare fatto non per preoccupazioni di sovranità territoriale quanto per mantenere alto il consenso interno, dopo che Kim aveva da qualche giorno ordinato la chiusura di diversi organi governativi dediti al riavvicinamento intercoreano, stabilendo – pare da solo - che la riunificazione con la Corea del Sud non sia mai più possibile, e che Seoul sarebbe stata trattata alla stregua del nemico numero uno in caso di conflitto nella regione.