I nuovi luoghi hi tech dei concerti rock

Nulla sarà come prima: l’ingresso degli U2 sul palco dello Sphere di Las Vegas, lo scorso settembre, è stato il primo decisivo passo verso il futuro della musica dal vivo, l’evento che ha segnato una linea netta di demarcazione tra le esibizioni live in stile novecentesco e quelle del nuovo millennio. L’ambiente è un ingrediente essenziale dell’esperienza sonora in molti casi gli stadi ed i palasport di vecchia generazione sono quanto di più lontano ci sia da un suono nitido e realmente fruibile. Così, spesso, capita di assistere a uno spettacolo, costosissimo, dalla scenografia monumentale e iper tecnologica, in cui l’unico aspetto deludente, per non dire irritante, è la qualità dell’ascolto.

In questo senso la «sfera magica» di Las Vegas è la risposta più eclatante all’esigenza di rendere il concerto un’esperienza emozionante, confortevole e con standard visivi e sonori al passo di questi tempi in cui la musica suona bene anche quando esce dagli speaker di un pc portatile o di uno smartphone. Inaugurata dagli U2 con quaranta concerti sold out, la struttura da due miliardi e trecento milioni di dollari (di proprietà della Madison Square Garden Entertainment che sta progettando di realizzare uno Sphere anche a Londra) ha mostrato già nei primi minuti dello show della band di Bono cosa significhi realmente un’esperienza immersiva in uno spazio alto 117 metri e largo 120 con schermi ad altissima definizione che coprono l’intera superficie, e un sistema di audio spaziale fatto di 160 mila piccoli altoparlanti sparsi ovunque per permettere agli spettatori della prima fila e a quelli dell’ultima di ascoltare la musica con la stessa intensità. Dei 18 mila posti a sedere disponibili, diecimila sono dotati di tecnologia tattile come quelli del cinema 4D. Ma, dettagli tecnici a parte, quello che concretamente ha impressionato di più è stato vedere gli U2 suonare Where the Streets Have No Name come se fossero immersi tra le dune, le rocce e la sabbia del Joshua Tree National Park in California, dove, per l’appunto, le strade non hanno nome. Una magia.

Come quella che va in scena all’Abba Arena di Londra, la prima struttura al mondo tecnologicamente attrezzata per gli show delle band in formato Avatar. Una scommessa vinta, considerato che da tre anni i fan del quartetto svedese fanno la fila per assistere allo spettacolo degli Abba digitali accompagnati da una vera band che suona i loro pezzi più famosi. Nuovi spazi, ma anche un nuovo concept di performance: c’è anche questo nell’evoluzione dei luoghi deputati ad ospitare i live show del futuro. Location speciali ed esclusive per pochi come la strabiliante Reethaus alla periferia Est di Berlino, un’ex struttura industriale a forma di trapezio trasformata nel tempio del suono grazie a un sistema audio che fa uscire la musica anche dal soffitto e dalle pareti. Un’oasi di pace dove si arriva alla sala concerti (1.300 metri quadrati) attraversando corridoi luminosissimi fatti di lucernari e parquet. Presto, negli spazi adiacenti all’auditorium, verranno inaugurati un piccolo hotel e una sala dedicata al coworking.

Non meno sorprendente e unica nel suo genere la Cavatina Hall a Bielsko, in Polonia, una delle migliori sale da concerto del mondo (mille posti) pensata per far risuonare al meglio i timbri della musica classica, del rock e del pop con gli altoparlanti nascosti nelle pareti e nelle balaustre. Un’esperienza immersiva a 360 gradi che attraverso la tecnologia L-Acoustics L-ISA va oltre il concetto della stereofonia classica (cioè casse a destra e a sinistra del palco) facendo percepire all’ascoltatore in sala il suono come se arrivasse direttamente dal punto esatto in cui il musicista sta suonando. Anche Milano si prepara al futuro degli eventi musicali e sportivi con l’Arena Santa Giulia, futuristica struttura ellittica polifunzionale, costruita su tre anelli di diverse altezze che sembrano incastonarsi uno sull’altro. Destinata ad ospitare 16 mila spettatori e progettata dall’archistar inglese David Chipperfield, sarà pronta nel 2025 ed ospiterà le partite di hockey su ghiaccio maschile in occasione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.

Nuove strutture più moderne e funzionali dal punto di vista acustico e valorizzazione degli spettacoli nei piccoli club dove si assapora la performance in un contesto più intimo e senza scenografie roboanti: è questo il futuro delle esibizioni indoor. Se invece parliamo di open air, fermo restando il fascino senza tempo dei grandi festival e dei concerti delle superstar da mass market, anche in questo campo proliferano i live in contesti speciali e meno affollati. Il Saratoga Performing Arts Center di Saratoga Springs, a nord di New York, è uno spettacolare anfiteatro immerso nella natura, il paradiso della musica classica, del jazz ma anche della musica contemporanea. Ci si gode il concerto in un contesto fatto di prati, geyser, pini e piscine. In Italia svetta da tempo il No Borders Music Festival, un mese di musica, all’interno della foresta millenaria del Travisano tra Friuli-Venezia Giulia, Austria e Slovenia. Le location degli spettacoli sono un rifugio in montagna, l’altopiano del Montasio e i laghi di Fusine. In questo contesto, nel corso degli anni, si sono già esibiti Gianna Nannini, Marco Mengoni, Paolo Fresu, Max Gazzè, Daniele Silvestri e Mario Biondi.

Per chi viaggia nel Nord Europa, è imperdibile invece l’esperienza di un concerto nell’anfiteatro naturale di Dalhalla, in Svezia, un gigantesco cratere creato dalla caduta di un meteorite trasformato in luogo cult per la musica dal vivo con il palco incastonato nella roccia e quattromila posti a sedere con vista lago e ogni comfort. Un capolavoro della natura che per un singolare gioco di echi e riverberi offre una qualità d’ascolto eccezionale senza bisogno di alcun intervento tecnologico. Oggi è uno dei palcoscenici dove gli artisti amano maggiormente esibirsi: dai Toto a Sting passando per i Beach Boys, gli Earth Wind & Fire, Patti Smith e i pionieri della musica elettronica, i tedeschi Kraftwerk, che hanno trasformato l’anfiteatro naturale nel set di un spettacolo in 3D con loro stessi trasformati in robot. Indimenticabile.