Distratti dalla guida-smartphone
Stanno diventando come cellulari: i nuovi modelli di auto moltiplicano informazioni e intrattenimento. Dotazioni che l’I.A. Accrescerà ancora di più. Ma c’è un urgente problema di sicurezza al volante.
Prima una telefonata ad un paio di amici, poi un messaggio alla fidanzata, intanto parte un video su YouTube e la playlist su Spotify per ingannare il tempo. Infine una rilassante chiacchierata con l’amica virtuale, quella creata dall’intelligenza artificiale, alla quale si può chiedere qualsiasi cosa perché sa sempre tutto. Chi attiva tutte queste operazioni può essere comodamente sdraiato su un divano ma anche alla guida di un’auto che sfreccia a 130 all’ora in autostrada e, mentre con una mano tiene il volante, con l’altra fa zapping sul display del cruscotto o dà comandi vocali. Possibile? Le auto stanno diventando sempre più oggetti ad altissima tecnologia. Non solo per la strumentazione di controllo come l’avviso di superamento di corsia, le vibrazioni al volante contro i colpi di sonno, o la frenata automatica quando la distanza da un altro veicolo è ridotta, o il monitoraggio di gomme e freni. Ma anche per la serie di possibilità digitali finalizzate ad arricchire l’esperienza del viaggio.
È quello che viene definito «infotainment», ovvero la possibilità di comandare, comodamente dal posto di chi è al volante, una serie di sistemi come la radio, i dispositivi per la riproduzione di Dvd e tramite la connessione al proprio smartphone, di inviare mail o messaggi e ricevere o effettuare telefonate. La società di ricerca McKinsey stima che, entro il 2030 le auto connesse a Internet saranno il 95 per cento del totale. I veicoli attuali - e quelli del futuro prossimo - non sono più un semplice mezzo di trasporto, ma risultano sempre più digitalizzati e simili proprio a smartphone.
Non è un caso che i giganti dell’hi-tech si interessino al settore automobilistico fornendo software, o addirittura producendo direttamente auto complete come la Huawei con la Aito M5. I due colossi dei sistemi operativi per smartphone, Apple e Android, hanno sfruttato le loro conoscenze per rendere i propri «device» sempre connessi con le vetture, tramite i sistemi Apple CarPlay e Android Auto. Il software consente di visualizzare sul monitor dell’infotainment, le applicazioni installate nel telefono, le icone per le chiamate, per i messaggi, per la musica e quella per il navigatore satellitare. La gestione avviene tramite i tasti sul volante o con comandi vocali e gestuali. Gli utenti preferiscono ai consueti navigatori proprietari di bordo, Google Maps, Waze o strumenti che sfruttano appunto le connessioni CarPlay o Android Auto.
Come al solito è stata la Tesla a dettare la linea, sostituendo la strumentazione di bordo con un «tablet» su cui sono installati Google Maps e le altre funzioni. Alcuni hanno coniato, in modo anche polemico, lo slogan di «smartphone con le ruote». I giganti del tech, sfornano in continuazione nuove applicazioni. L’ultima frontiera è l’Intelligenza artificiale (I.a.) con la sua creatura ChatGPT, l’assistente digitale in grado di sviluppare una conversazione con l’utente. Questo algoritmo è salito sulla Volkswagen e andrà a integrare e potenziare le funzionalità di IDA, l’assistente vocale presente nei modelli della casa tedesca. ChatGPT verrà offerto di serie, a partire dal secondo trimestre 2024 nei modelli ID.7, ID.4, ID.5, ID.3, nelle nuove Tiguan, Passat e Golf. Oltre alle funzioni tradizionali, il sistema fornisce la conversazione. Così l’automobilista può dialogare con un software istruito per rispondere a ogni tipo di domanda, dalle curiosità sul luogo che si sta per visitare a nozioni di carattere generale, esattamente come già avviene tramite l’applicazione web di ChatGPT. Non è necessario installare un nuovo software: l’I.a. è già pronta per l’uso e si attiva con la frase «Ciao IDA» o premendo un pulsante posizionato sul volante.
Ma c’è chi va oltre e progetta di trasformare l’abitacolo in un ufficio in movimento. Mercedes e Cisco, la multinazionale statunitense specializzata nella fornitura di apparati di networking, stanno lavorando per inserire nei nuovi modelli Classe E della casa tedesca, la piattaforma per le videoconferenze. Così un ingegnere potrà collegarsi con il proprio team in azienda mentre sta andando a un cantiere. La sfida finale dell’I.a. è comunque la guida autonoma. Oggi le più importanti case automobilistiche, impegnate nel passaggio all’elettrico (Bmw, Mercedes, Hyundai, Molestar) sono al «Livello 3», cioè alla parziale automazione. Uno studio ulteriore del McKinsey Center for Future Mobility, stima che la guida totalmente autonoma si vedrà nel 2030-2035.
Questa rapidissima evoluzione delle tecnologie «di bordo» ha il suo fascino per gli appassionati delle novità nell’auto. In generale, però, pone anche il problema di una guida in effettiva sicurezza. In altre parole: quanto l’accelerazione hi-tech nelle strumentazioni della guida influisce sulla concentrazione di chi è al volante. Alcuni schermi touch con icone da centrare mentre si guida, costringono a distrarsi tanto quanto l’utilizzo di un cellulare.
Altro limite evidenziato in qualche software, è l’incapacità di riprodurre i messaggi vocali e questo costringe chi è al volante a prendere in mano il cellulare. È vero che CarPlay e Android Auto impediscono di «smanettare» a lungo con Spotify e app musicali e talvolta la predisposizione delle destinazioni per il navigatore avviene solo con i comandi vocali, ma la concentrazione con tutte queste variabili è complicata.
Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, presentando il disegno di legge sulla sicurezza stradale, ha sottolineato che «il 15 per cento degli incidenti è figlio della distrazione dovuta alle chat o ai WhatsApp». Da uno studio della Polizia stradale, riferito al periodo gennaio-agosto 2023, emerge che la scarsa attenzione provoca quasi un terzo dei sinistri (il 30,2 per cento) di chi ha meno di 24 anni. Più dell’eccesso di velocità (27,1 per cento).
Secondo l’ultimo Rapporto Istat-Aci 2022, la guida distratta o l’andamento indeciso sono stati responsabili di 32.701 incidenti, il 15 per cento del totale, più della velocità elevata (9,3 per cento). Significativo ciò che afferma una ricerca condotta negli Stati Uniti dalla Università dello Utah e dalla AAA Foundation for Traffic Safety sull’impatto dei sistemi infotainment nelle vetture di nuova generazione. Ha rilevato che i dispositivi sulla vettura, richiedono un livello di attenzione che per alcune attività arriva fino a 48 secondi.
«Il problema della distrazione alla guida si eliminerà con la guida autonoma. Al momento siamo però in una fase di transizione» dice Sergio Matteo Savaresi, docente di Automatica al Politecnico di Milano dove è direttore del dipartimento di Elettronica. «Le case automobilistiche si stanno concentrando sulla sicurezza e su come rendere meno invadenti le varie funzioni avanzate della guida. Il problema non è tanto la tecnologia quanto il livello di educazione alla guida, di civiltà personale. Le sanzioni ci sono e sono severe ma controllare gli abusi è difficile» .
Anche Gian Luca Pellegrini, direttore del mensile di settore Quattroruote, ritiene che il problema sia il comportamento del guidatore piuttosto che l’infotainment. «L’elemento umano nella sicurezza è centrale nonostante l’industria dell’auto si stia adoperando per ridurre al minimo i comportamenti sbagliati, introducendo nelle auto una serie di funzioni per contrastare la disattenzione al volante. Il problema è che la maggior parte delle auto in circolazione sono vecchie e, per sicurezza, molto inferiori a quelle di ultima generazione».
L’industria può dotare i veicoli di tutti i deterrenti possibili alla «tecno-distrazione» ma, non va dimenticato, che l’italiano è sempre colui che imposta in navigatore mentre è in movimento ed è ancora restio alle cinture di sicurezza, nonostante il segnale acustico che suona...