Piantedosi: “Nessuna restrizione per università e cortei. Chi manifesta sia responsabile”
“Non ha alcun senso immaginare e non è intenzione del Viminale cambiare le regole di gestione dell’ordine pubblico negli atenei, men che mai nella direzione di restringere la libertà di manifestare”. A chiarirlo è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, spiegando che ciò che è in discussione in Parlamento “è solo un innalzamento delle pene per chi commette violenza ai danni dei rappresentanti delle forze dell’ordine, ma questo non incide sulla libertà di manifestazione”. “La violenza non ha nulla a che vedere con le libertà”, ha ammonito il titolare del Viminale, che tra l’altro escluso in maniera categorica anche una sua eventuale candidatura alla presidenza della Regione Campania: “È un’ipotesi assolutamente infondata”.
Piantedosi: “Non c’è alcuna intenzione di cambiare le regole dell’ordine pubblico per università e cortei”
Intervistato da La Stampa, Piantedosi ha anche spiegato che “le forze di polizia non hanno nessun interesse a intervenire né all’interno degli atenei né altrove. Lo fanno solo quando è strettamente necessario, perché costrette a frapporsi per difendere qualcuno o qualcosa che sia minacciato da condotte violente”. Quanto ai cortei “non c’è motivo per fare allarmismo, ma occorre che ognuno faccia la propria parte. L’ordine pubblico non si impone ma si mantiene, in primo luogo grazie al senso di responsabilità di chi manifesta”. Poi, rispondendo a una domanda di Francesco Olivo, che firma l’intervista, su un eventuale “rischio concreto per gli ebrei in Italia”, il ministro ha chiarito che “sono state prese tutte le possibili iniziative sul fronte della prevenzione. Ma il problema è soprattutto di matrice culturale. Bisogna stare attenti a che nessuno strumentalizzi il conflitto a Gaza, le scelte del governo israeliano per riproporre l’antica polemica antisionista o teorie antisemite. Fischiare la brigata ebraica il giorno della Liberazione o boicottare una università o ancora impedire di parlare ad un giornalista perché ebreo sono segnali di imbarbarimento, che nulla hanno a che fare con il dibattito sulla crisi in Medio Oriente”.
L’incontro con i ministri di Algeria, Libia e Tunisia sul tema dei migranti
Sul tema degli sbarchi dei migranti, già in diminuzione, il titolare del Viminale ha detto che “ci aspettiamo che la crescente collaborazione con i Paesi di partenza e di transito dia risultati sempre più significativi”. “Nei prossimi giorni è prevista un’altra tappa di questa collaborazione: incontrerò al Viminale i miei colleghi di Algeria, Libia e Tunisia per una importante riunione”, ha ricordato, spiegando che i primi migranti in Albania saranno inviati “appena saranno pronte le strutture per ospitarli”. “Non conta la data di partenza, ma il risultato dell’operazione che prevedo possa essere estremamente importante. Al progetto guardano con attenzione tutti i nostri partner europei”, ha aggiunto Piantedosi, escludendo “nel modo più assoluto”, perché “non ce n’è bisogno”, la creazione di un hotspot in Tunisia. Invece, “stiamo lavorando alla condivisione di progetti di rimpatrio volontario assistito, che, se funzioneranno, serviranno ad alleggerire la pressione anche nel territorio tunisino, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.
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