Panatta: “Sinner è molto riservato, ma anche io lo ero, le copertine le subivo…” i Carota Boys: “con Jannik dal 2018, quando era uno sconosciuto”-
In vista degli Internazionali d’Italia, dal cui inizio ci separano ormai solo cinque giorni, il settimanale “Oggi” dedica la copertina del numero della settimana in corso a Jannik Sinner. La Sinnerite è la nuova versione della malattia del tifo e Jan è atteso da una ondata di passione che pare si possa solo paragonare a quella che spingeva negli anni Settanta le imprese di Adriano Panatta. Il settimanale porta due testimonianze tra loro molto diverse: una è proprio quella di Adriano e la seconda è quella coloratissima di arancio dei “Carota Boys” gli alfieri dell’entusiasmo sinneriano divenuti famosi durante gli ultimi Australian Open.
Lia Capizzi raccoglie le parole della leggenda azzurra, vincitore di Roma e Parigi e della Coppa Davis nel 1976, che dopo la vittoria dell’altoatesino a Melbourne ha creduto di aver trovato la pace: “adesso nessuno mi romperà più le scatole con la storia dell’ultimo italiano che ha vinto uno Slam”. Nulla di meno vero. “Ora” – racconta Adriano – “mi chiedono di lui, mi strattonano per una dichiarazione. Io dico: attenzione a non banalizzare, a non scrivere qualsiasi cosa di nessun interesse pur di parlare di lui”.
Panatta benedice la nuova popolarità del suo sport e non si scandalizza se ogni tanto interviene anche qualcuno che mostra di non essere particolarmente introdotto nelle cose del tennis; interviene piuttosto per puntualizzare a modo suo (“ha detto una castronata”) con alcuni illustri addetti ai lavori che hanno parlato del campione di San Candido. Con Medvedev: “gli fa i complimenti per aver migliorato il servizio, il colpo più difficile su cui lavorare secondo lui. In realtà è il più facile, perché lo fai da fermo e senza l’influenza dell’avversario” e con Serena Williams: “vorrebbe avere il dritto di Sinner, ma il suo colpo migliore è il rovescio”.
Da ultimo, Panatta prova a parlare del campione di Melbourne in carica accostandolo a sé per trovarne alcune analogie, che secondo lui sono più di quante non sembrino. “lui è molto riservato ma anche io lo ero, le copertine con le ragazze io le subivo. Lui è certo più controllato, meno fumantino: io Rune lo mandavo a quel paese subito, come facevo con Nastase. La prima dote di Jannik è comunque l’intelligenza; è una spugna, impara sempre”. Panatta aggiunge che vedrebbe di buon occhio un torneo olimpico con 128 giocatori e partite al meglio dei tre set. E se i giocatori non sono d’accordo? “Affari loro”.
I Carota Boys, che sono l’argomento di un libro in uscita per Rizzoli, sono diventati famosi in tutto il mondo con il glorioso inizio della stagione 2024. Vengono da Revello in provincia di Cuneo e hanno scelto la carota non per il colore dei capelli di Sinner (“non ci saremmo mai permessi”) ma perché lo hanno visto mangiarne una durante un cambio di campo a Vienna nel 2019. “Abbiamo preso i costumi su Amazon e lo abbiamo incontrato per la prima volta nel 2018; lui si è stupito per il fatto che lo conoscevamo, nonostante non fosse nemmeno tra i primi mille della classifica.” Fare il mestiere del tifoso eternauta si scontra con gli obblighi della vita normale e allora i sei appassionati in disguise si organizzano: chi si è messo in proprio ed è capo di sé stesso, chi sfrutta le ferie arretrate, chi contagia il padrone (che magari è anche il padre…). Tutto, pur di esserci quando Sinner fa la storia…