Shelf cloud, Medicane e i cambiamenti del clima che davvero ci devono fare paura
La nuvola gigantesca sopra a Pescara, il vento distruttivo in Veneto, gli uragani nel Mediterraneo e l’innalzamento delle temperature. È il clima che cambia o questi fenomeni sono sempre esistiti? Entrambe le cose, ma il cambiamento climatico sta estremizzando fenomeni atmosferici in particolare nel Mediterraneo.
Solo stupore e meraviglia per la shelf cloud, la nuvola a mensola fotografata da centinaia di persone sul cielo di Pescara. «Il nome viene proprio dalla forma a scaffale che ha», spiega Marina Baldi dell’Istituto di biometeorologia (Cnr-Ibimet), «e si forma dove irrompe aria fredda dove c’era invece aria calda che cerca di salire. Di solito porta piogge». È stato uno spettacolo della natura, ma non è un fenomeno inedito spesso sul mare.
Abbiamo le trombe d’aria che sono di fatto tornado, moti vorticosi che spazzano quello che trovano sulla loro strada. Non abbiamo invece gli uragani. «Abbiamo i Medicane, che somigliano agli uragani e chi si formano nel Mediterraneo (Mediterraneo + Hurricane nel nome ndr) fra fine estate e inizio autunno. Il presupposto perché si formino è che il mare abbia una superficie dell’acqua con temperatura elevata».
Altro caso quello del vento che ha abbattuto decine di migliaia di alberi fra Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino Alto-Adige lo scorso autunno (le immagini sono nella gallery in alto). «Quello è un vento molto intenso, un fenomeno raro nel nostro Paese, ma che esiste come la Bora a Trieste. Ci sono casi passati, ma non abbiamo dati per quanto riguarda la frequenza di questi fenomeni perché non abbiamo un numero di casi abbastanza elevato che ci possa far capire se la situazione è come in passato o se andiamo incontro a un aumentare di questi fenomeni».
Sappiamo invece esattamente come sta cambiando la temperatura perché la misuriamo da secoli. Qui sta il timore maggiore secondo la climatologa. «Il fatto che la temperatura media, nel Mediterraneo e nel nostro paese in particolare, ha raggiunto livelli eccessivi. Le anomalie di temperatura che vediamo nel Mediterraneo sono più alte di quelle globali. Se nel ventesimo secolo c’è stato un aumento di circa un grado a livello globale, nel Mediterraneo è stato di ben più di un grado e siamo molto vicini al limite di 1,5 gradi stabilito dagli accordi di Parigi. Nel 2050 saremo probabilmente molto oltre».
Da temere anche la conseguenza di queste temperature così elevate. «Un aumento così rapido della temperatura, più rapido di quello che immaginavamo, ha portato un maggior numero di eventi intensi: nubifragi, piogge e temporali. Così anche la siccità come quella che c’è stata in questo inverno al Nord con bacini e falde a secco». L’aumento è dovuto all’emissione di gas ad effetto serra legato all’attività umana e questo bisogna limitare. «Cambiare lo stile di vita a partire dall’alimentazione, l’economia che deve diventare circolare, abbandonare i combustibili fossili favorendo le rinnovabili» dice la climatologa alla domanda sulle possibili soluzioni.
Anche una manifestazione come quella di venerdì 15 può fare la sua parte. «Permette ai giovani di rendersi conto di quello che c’è e quello che potrebbe accadere e potrebbe essere la via per mettere in comunicazione il mondo della scienza e quello della politica».