Luce e bellezza al Premio Wondy, la nostra serata per la letteratura resiliente
«L’alba separa dalla luce l’ombra», canta Andrea Bocelli in apertura. «Il silenzio cresce come un cancro», chiude Mahmood, reinterpretando The sound of silence di Simon & Garfunkel. In mezzo, un Teatro Manzoni di Milano pieno si è stretto attorno agli occhi azzurri (illustrati) di Wondy, la scrittrice e giornalista Francesca Del Rosso morta nel dicembre 2016 dopo una lunga battaglia contro il tumore. In una serata commovente organizzata dall’associazione culturale Wondy sono io, fondata dal giornalista Alessandro Milan, suo marito, e da Vanity Fair, sul cui sito lei creò il blog intitolato Le chemioavventure di Wondy, dove raccontava con ironia di questa sua malattia.
Alla conduzione, Luca e Paolo. Sul palco balla Ahmad Joudeh, naturalizzato olandese, ma cresciuto nel campo profughi Yarmouk, in Siria: nonostante l’iniziale opposizione del padre, la devastazione delle bombe cadute sul campo durante la guerra civile e le minacce di morte dell’Isis non ha mai rinunciato alla danza.
Gli attori Alessio Boni, Matilde Gioli, Valentina Lodovini, Vinicio Marchioni, Francesca Cavallin e il regista e sceneggiatore Paolo Genovese leggono (ognuno) un brano di uno dei sei libri finalisti (Una donna può tutto di Ritanna Armeni, Resto qui di Marco Balzano, La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani, Le stanze dell’addio di Yari Selvetella, La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli, Le assaggiatrici di Rosella Postorino).
Il premio Wondy alla letteratura resiliente (deciso da una giuria tecnica presidiata da Mario Calabresi, giornalista e scrittore, Diamante D’Alessio, giornalista, Luca Dini, direttore editoriale Condé Nast Italia, Chiara Fenoglio, critica letteraria e insegnante, Selvaggia Lucarelli, opinionista e scrittrice, Michela Marzano, filosofa e scrittrice, Marco Missiroli, scrittore, Emanuele Nenna, amministratore delegato e co-fondatore dell’agenzia “The Big Now”, Alessandra Sarchi, scrittrice, Gianni Turchetta, professore ordinario di letteratura italiana contemporanea all’Università Statale di Milano e Andrea Vitali, scrittore) lo vince proprio Rosella Postorino, con Le assaggiatrici.
Un secondo premio, decretato da una giuria popolare che si è espressa su Facebook, va invece a Ritanna Armeni per Una donna può tutto. Si ricorda Wondy, e si dedica la fine di tutto a Silvia Romano, la volontaria milanese rapita in Kenya. Di cui non si sa più niente da tanti, troppi mesi.
La serata è stata resa possibile grazie al contributo di Tendercapital, uno dei più dinamici player internazionali indipendenti nel settore dell’asset management. Special thanks to: ADA Lombardia (Associazione Direttori Albergo), Hotel Château Monfort, Intesa Sanpaolo, Korff, Martino Crespi Events, Masi Agricola, Papillon 1990, The Big Now, Yamaha.