Leaving Neverland, Streisand: «Ho sbagliato, chiedo scusa alle vittime»
Ha capito di aver sbagliato, o almeno che quello che voleva dire le è uscito davvero male. Barbra Streisand, attrice e cantante americana, qualche giorno fa ha espresso la sua opinione sulle nuove accuse di molestie sui minori a Michael Jackson, dopo la recente uscita del documentario «Leaving Neverland», ed è finita nell’occhio del ciclone. In un’intervista al Times ha detto: «I suoi bisogni sessuali era i suoi bisogni sessuali, causati da qualunque infanzia avesse avuto o dal suo DNA».
La Streisand ha sempre ribadito di credere alle testimonianze di Wade Robson e James Safechuck, ma poi le è anche uscito un commento (molto) controverso: «Assolutamente sì, ma i bambini erano entusiasti di trovarsi lì. Tra l’altro entrambi si sono sposati e hanno avuto figli: non li ha uccisi». E poi: «Io sto male per ciò che hanno vissuto quei ragazzi, ma sto male anche per Michael», aggiusta il tiro.
https://twitter.com/danreed1000/status/1109405584070270976La bufera è arrivato puntuale. Il tweet di Dan Reed, il regista del documentario che rivela i presunti abusi del re del pop ha commentato: «Barbra Straisand ha detto davvero quelle cose? La pedofilia è tollerata in una parte dell’industria dello spettacolo?».
E oggi l’attrice è tornata sulla vicenda cercando d rimediare: «Per essere chiari, non c’è situazione o circostanza dove è ok che un adulto se ne approfitti di bambini innocenti», ha detto, «Le storie che questi uomini hanno condiviso con noi sono dolorose anche solo da ascoltare, e provo compassione per loro».
E ha continuato: «Il più importante lavoro di un genitore è quello di proteggere i propri figli. È stato chiaro che i genitori di questi ragazzi sono stati vittime anche loro perché sedotti dalla fama e dalle fantasie».
«Sono profondamente dispiaciuta se le mie parole ,che avrei potuto scegliere con più cura, hanno causato dolore, perché le parole stampate sul giornale non riflettono i miei sentimenti. Non volevo sottovalutare il dramma che questi ragazzi hanno vissuto. Come tutti i sopravvissuti di violenza sessuale, dovranno portare questo dolore per sempre con loro. Provo un forte rimorso per quello che ho detto, e spero che James e Wade sappiano che li rispetto e ammiro profondamente per aver raccontato la verità».
I ragazzi, che all’epoca dei fatti avevano 7 e 11 anni, hanno parlato di sesso orale, masturbazione e video porno, racconti che fanno gelare il sangue. Barbra Straisand, che ha riconfermato di credere alle testimonianze (a differenza dei fan di MJ), questa volta ha messo in chiaro da che parte sta. Sarà sufficiente per placare le polemiche?