«A un metro da te»: una storia d’amore per conoscere la fibrosi cistica
Ci si può innamorare senza mai sfiorarsi, stando sempre ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altra? È questa la domanda sullo sfondo del film «A un metro da te», appena uscito nelle sale e già campione d’incassi al botteghino. I protagonisti sono Will e Stella – interpretati rispettivamente dalle teen star Haley Lu Richardson e Cole Sprouse -, due diciassettenni che si innamorano a prima vista, come è giusto a quell’età, ma conoscendosi in un letto d’ospedale. Entrambi infatti sono affetti da fibrosi cistica, una malattia che li costringe a restare sempre a una distanza di sicurezza di un metro e mezzo almeno, per non rischiare di trasmettersi tra loro batteri che potrebbero essere letali. Impareranno così a vivere ogni momento, scoprendo come le possibilità di stare vicini, di amarsi senza mai toccarsi, possano essere infinite.
Una storia d’amore drammatica e potente, che getta una luce su una patologia ancora fino a oggi poco conosciuta. La fibrosi cistica, infatti, è una malattia genetica grave, cronica e degenerativa, per la quale non esiste ancora una cura risolutiva. Le persone nel mondo affette da questa patologia sono circa 100 mila, mentre in Italia i malati accertati tra bambini, adolescenti e adulti sono circa 4.500, anche se si stima che il numero effettivo delle persone affette sia superiore ai 7 mila casi.
Colpisce principalmente l’apparato respiratorio e digerente che vengono ostruiti da un muco denso, per rimuovere il quale sono necessarie terapie farmacologiche quotidiane, fisioterapia respiratoria e frequenti ricoveri ospedalieri. Grazie ai continui progressi nelle cure oggi i neonati affetti da fibrosi cistica in Italia hanno una aspettativa di vita di 40 anni e il 4% addirittura superiore, ma li attende una vita davvero impegnativa: le terapie continue diventano infatti una parte importante della loro giornata, togliendo così tempo agli amici, allo studio, al lavoro, alla famiglia e alle proprie passioni. Una raccomandazione è inoltre fondamentale per tutti i pazienti: rispettare tra di loro la distanza di almeno 2 metri al fine di ridurre il rischio di trasmissione di agenti patogeni che potrebbero compromettere seriamente la loro salute.
È per sensibilizzare su questi aspetti poco conosciuti di una malattia tanto complessa che il film «A un metro da te» ha ricevuto il patrocinio della LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica). «Siamo certi che molti giovani con fibrosi cistica si riconosceranno nel ribelle Will e in Stella, metodica e aderente alle terapie – afferma Gianna Puppo Fornaro, Presidente LIFC – Grazie a loro, molti altri giovani impareranno cosa vuol dire vivere con una compagna di vita come la fibrosi cistica».
Un film speciale, già nella sua genesi: correlato alla pellicola, c’è anche il romanzo omonimo, scritto da Rachael Lippincott, nato però dopo la stesura della sceneggiatura da parte di Mikki Daughtry e Tobias Iaconis. Dopo averla sviluppata quasi per intero, i due sceneggiatori si rendono conto infatti di avere per le mani un romanzo perfetto. Lo propongono a un editor della casa editrice Simon & Schuster, che si innamora del progetto e affida a Rachael Lippincott la scrittura del romanzo, che viene portata a compimento in sole due settimane. Così a dicembre dello scorso anno esce in libreria «Five feet apart», che in Italia è stato pubblicato da Mondadori.
Nato con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla fibrosi cistica, il progetto segue l’onda sollevata dal grande successo ottenuto dai film «Colpa delle stelle», «Io prima di te» e «Il sole a mezzanotte», tutti casi cinematografici in cui amore e malattia – o quantomeno una fragilità fisica – si intersecano, superando difficoltà immani e lottando contro il tempo e lo spazio.
L’uscita del film nelle sale cinematografiche è anche l’occasione per raccogliere fondi a sostegno del progetto ‘Case LIFC’, per l’ospitalità gratuita dei pazienti e delle loro famiglie nel delicato e lungo periodo che segue il trapianto di polmoni. Per maggiori informazioni, consultate il sito www.fibrosicistica.it.