Eugenie di York, a spasso con «nonna»
Pare che la regina abbia un debole per la nipotina Eugenie di York. Gli esperti di affari reali l’avevano già fatto notare lo scorso ottobre, quando Sua Maestà ha concesso alla 29enne un matrimonio in pompa magna, nonostante sia un membro minore della royal family, con tanto di tiara con smeraldo (negata, si dice, a Meghan Markle). Papà Andrea, del resto, sarebbe il figlio «preferito» di Sua Maestà.
Così alla vigilia del suo 93esimo compleanno (è nata il 21 aprile), Elisabetta II si è fatta accompagnare da Eugenie alla tradizionale cerimonia pre-pasquale del Maundy Thursday, che prevede vengano distribuite monete commemorative ai sudditi più anziani. Tante monete quanti gli anni della regina. Quest’anno la cerimonia si è tenuta nella cappella di Windsor, la stessa del royal wedding tra la principessa di York e Jack Brooksbank, e di quello tra Meghan e Harry, genitori a breve.
Eugenie aveva partecipato a un evento ufficiale «in esclusiva» al fianco della nonna-sovrana solo nel 2009, quando le due avevano inaugurato insieme il Great North Museum a Newcastle. Allora la figlia di Sarah Ferguson studiava Inglese, Storia dell’arte e Politica proprio a Newcastle. Oggi lavora in una galleria d’arte londinese. E alle sue nozze dello scorso 12 ottobre non ha voluto indossare il velo per un motivo preciso. Il suo bellissimo abito, scollato sulla schiena, doveva mostrare al mondo la sua cicatrice, segno di una dolorosa operazione alla schiena a cui si è sottoposta da adolescente per correggere la sua scoliosi. «Mi sono resa conto che quello che per me era stato un trauma poteva essere d’aiuto agli altri», ha raccontato al Daily Telegraph dopo il matrimonio.
L’intervento, ha dichiarato più volte, le ha cambiato la vita. Eugenie si è sentita a lungo «arrabbiata» e «vuota», ma negli anni ha imparato ad accettare quella «visibile differenza», scegliendo così di mostrarla nel suo giorno più importante: «Adesso credo che le cicatrici siano come ricordi che raccontano una storia sul tuo corpo, ti ricordano quanto sei stata forte e che sei sopravvissuta». E anche Sua Maestà ne è fiera.