Alex può tornare a casa: è guarito
Alex può tornare a casa: a circa quattro mesi dall’intervento, gli è stato tolto il catetere venoso centrale che serviva per i prelievi e per le infusioni di midollo. È guarito: il suo sistema immunitario è tornato perfetto. «In ematologia si parla di chimerismo completo. Le cellule del donatore, il papà, si sono del tutte sostituite a quelle malate che non avrebbero consentito ad Alex di sopravvivere», spiega Franco Locatelli, oncoematologo del Bambino Gesù, che si è occupato del piccolo fin dall’inizio. «Siamo straordinariamente felici di poter impreziosire con questa guarigione la Pasqua della famiglia Montresor e del Bambino Gesù».
Alessandro Maria Montresor, affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, una grave malattia genetica, è stato trapiantato a dicembre del 2018 nell’ospedale romano, con le cellule del papà Paolo, che avrebbero potuto salvarlo dall’immunodeficienza primaria, senza un’alternativa terapeutica. «Credo sia la stessa emozione che provano le mamme quando partoriscono. Anche io da padre posso dire di averlo fatto rinascere», aveva spiegato il papà, commosso, dopo il trapianto.
Adesso il bimbo, con la sua famiglia, potrà tornare in Inghilterra con i genitori: a Roma dovrà solo fare controlli periodici. Non è il primo ad essere guarito dalla malattia: altri 5 piccoli sono stati curati con successo nell’oncoematologia del professor Locatelli. All’ospedale pediatrico romano, la procedura utilizzata per il bimbo è già stata adottata per il trattamento «di più di 200 pazienti, con risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con i trapianti da donatore, familiare o non consanguineo, perfettamente compatibile». La tecnica è stata messa a punto dall’équipe di ricercatori Locatelli, e viene utilizzata per il trattamento di pazienti pediatrici affetti sia da emopatie maligne, come le leucemie, che da altre patologie congenite non tumorali, come le immunodeficienze primitive e le talassemie.