Prada Resort 2020, se la moda si fa semplice
«La miseria aguzza l’ingegno», commenta scherzando Miuccia Prada. New York, una serata piovosa di maggio. Fuori le luci della Città. Dentro, nella Piano Factory (l’ex fabbrica di pianoforti oggi diventata il quartier generale di Prada negli Stati Uniti) si presenta la sfilata della collezione Resort 2020 del marchio italiano.
«Mio marito mi mette sempre in guardia dall’essere troppo sofisticata. Dice: scendi dal piedistallo, ricomincia dai gradini più bassi, è il modo migliore di aguzzare l’ingegno. Con questa collezione, in un certo senso, ho messo in pratica il suo principio: di fronte alla complessità della situazione che tutti stiamo attraversando, ho reagito con chiarezza e semplicità, invece di aggiungere sovrastrutture al caos. Penso si debba fare un passo indietro, non per paura o codardia ma per chiarezza, appunto. In fondo, questa semplicità del vestire è la mia protesta contro il caos e, insieme, il tentativo di capirlo e forse migliorarlo».
Il significato delle sue parole diventa ancora più decifrabile in passerella: il guardaroba immaginato riduce le linee e annulla i decori. Abiti naïf, quasi infantili, sono il cardine su cui tutto si sviluppa: uniscono le camicie dei colletti bianchi alle divise scolastiche delle bambine in una sorta di crasi delle estetiche dell’istruzione e dell’istituzione. I tessuti sono quasi banali, consueti e il cotone diventa la materia prima preferita. I colori, di conseguenza, non tentano mai un azzardo. L’unico vezzo concesso, tra giacche e cappotti tradizionali e maschili, è una sciarpa a righe decorata da maxi paillettes, accessorio che idealizza, fino a farlo diventare quasi un archetipo, il boa di struzzo colorato del glamour più camp.
Tra scarpe sportive e sandali minimalisti, torna invece dopo vent’anni dal suo debutto la bowling bag, la borsa da bowling, oggetto che ha contribuito alla fortuna del brand: è un amarcord, una sorta di lido sicuro in cui rifugiarsi in tempi sospetti. Perché questo suggerisce il nuovo show di Prada: il desiderio di una semplificazione della complessità che ha investito tanto la moda quanto la politica e il mondo più in generale. Per la designer non è una resa, anzi. «È un rischio e una scelta precisa. Del resto, complicando le cose e chiudendosi nello snobismo, oggi non si va da nessuna parte».