Davvero su Instagram non ci saranno più i like?
I like ci mettono ansia? In particolare, ci agita il fatto che chiunque possa sapere quanto successo riscuota un singolo post? Meglio toglierli di mezzo e consentire solo all’utente di visualizzarli? Queste le domande che devono essersi fatti in Facebook intorno a quella che rimane l’architrave del modello di business delle diverse piattaforme che fanno riferimento a Menlo Park: il Mi piace. Che ovviamente si declina in modo diverso sulle varie applicazioni di famiglia. Se su Facebook è il sempreverde pollicione, su Instagram, come noto, prende le vesti di un cuoricino. Un cuoricino importante che pompa carriere di veri o (più spesso) presunti influencer, che della portata e dei feedback toccati dalle loro foto e dai loro video sui temi più diversi – sport, tecnologia, moda, bellezza, viaggi – hanno fatto una professione a tutto tondo, o quasi.
Bene, anzi male per loro. Instagram starebbe appunto pensando di nascondere il conteggio totale di quei like. Si parte con una fase di test dal mercato canadese, l’ha annunciato Mark Zuckerberg dal palco dell’F8, la conferenza dedicata agli sviluppatori che lavorano sulle diverse piattaforme in corso in California. In sostanza, gli utenti non avrebbero più accesso al totale dei cuori raccolti da un singolo contenuto, il numerino al momento visualizzato sotto a ciascuna foto: solo l’autore potrebbe prenderne visione, un po’ come già accade per le visualizzazioni delle storie, i contenuti effimeri che scompaiono dopo 24 ore.
Qualcosa del genere era già stato avvistato settimane fa da una studiosa dell’applicazione all’interno del codice, ma Instagram non aveva confermato. C’era invece un fondo di verità, visto che l’annuncio è arrivato dal palco dell’importante conferenza statunitense. In un fenomeno che sembra montare sempre di più: poco tempo fa l’autorità britannica per le comunicazioni ha per esempio raccomandato che i social network debbano offrire agli utenti la possibilità di attivare o disattivare la visualizzazione dei like, in particolare per tutelare la privacy dei più giovani. Anche se in quel caso si parla degli apprezzamenti espressi, non di quelli visualizzati sui contenuti degli altri.
«Vogliamo che i follower si concentrino su ciò che condividete, non su quanti like incassate» ha spiegato la piattaforma. Che dunque avvierà una sperimentazione, come sempre di portata contenuta, in Canada. Semmai la mossa dovesse espandersi a tutti gli altri mercati, sarebbe un cambiamento storico, anche se bisognerebbe vedere se riguarderebbe anche celebrità, influencer e vip che della corsa ai follower e ai cuoricini fanno appunto una questione di lavoro e di soldi, oltre che di popolarità digitale. La strada che sembra più verosimile è la possibilità di attivarne o disattivarne la visualizzazione, a scelta personale.
Molto potrebbe dunque mutare per chi segue le dinamiche di Instagram, per chi sogna di costruirci un percorso o addirittura ha già migliaia di follower che riempiono le foto di Mi piace. Il tentativo sembra quello di disinnescare la polarità fra chi raccoglie (centinaia di) migliaia di clic anche col contenuto più sciocco e insensato e chi naviga nel vuoto o quasi, cercando di lenire l’effetto per cui un cuore tira l’altro e il massimo del consenso tenda ad arrivare a chi ha già un’ampia audience da cui partire.
Un esperimento, si vedrà quanto efficace, che si aggiunge ad altre novità annunciate per la piattaforma: la fotocamera riprogettata, per usare meglio effetti e adesivi, la possibilità di raccogliere fondi per le no profit e soprattutto la possibilità di usare i tag per gli outfit o altri oggetti presenti nei contenuti, in modo da poterli acquistare senza lasciare l’app. Ora potranno farlo tutti gli utenti sopra una certa soglia di seguaci. Non manca un’ulteriore mossa contro il cyberbullismo, con una moderazione dei discorsi d’odio ancora più affidata all’intelligenza artificiale.