In hotel nel convento di Amalfi: infinita bellezza
«Qui è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia. Una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri sontuosi negli orti esili dei conventi».
Le parole con cui Salvatore Quasimodo ritraeva la Costiera vivono, si allargano e permangono in un posto su tutti: all’NH Collection Grand Hotel Convento di Amalfi, sognante 5 stelle lusso accolto da un antico monastero incastonato a 80 metri d’altezza, sulla scogliera. Nacque nel 1212 per volere di un cardinale come buen retiro dopo una vita di studi per l’Europa: da lì, si era vicini al cielo, e si aveva una visione ampia, distesa e calma sui commerci che partivano e trafficavano giù dal porto verso Costantinopoli e l’Impero Bizantino, il Nord Africa e Alessandria d’Egitto, in Siria e in India.
Su, intorno alla chiesa, si era voluto un chiostro arabo-normanno, tuttora conservato, e avvolgente, materno: la loggia ha resistito agli abbandoni (130 anni), visto le sue opere d’arte trafugate, la sua biblioteca depredata, i terreni bruciati, la sacrestia dimenticata, fino all’arrivo dei frati minori cappuccini, nuovo ordine che dalla seconda metà del ‘500 lo ristrutturano e vi si insediano. Refettori e stanze di preghiera che oggi sono diventate 53 camere di un albergo sogno, con leggende su presunte «apparizioni» notturne dal passato, nell’aria, e tanto di suite dell’Eremita, la più ricercata: isolata, arroccata, a strapiombo su un azzurro che sembra non finire mai.
Sulla terrazza panoramica, tra i boschetti di agrumi e il viale delle rose antiche (con un app «immersiva» che li racconta), l’infinity pool a sfioro con vista sull’orizzonte, la healthy & beauty area e la palestra en plein air scorre il divenire: nell’orto storico della tenuta, lo chef Natale Giunta – origini napoletane, notorietà televisiva – prende gli ingredienti più freschi per le sue interpretazioni dei classici dai sapori mediterranei. Oltre ai Cannelloni del Convento, imperdibile la Parmigiana di Melanzane (su ricetta originale del 1924), e i piatti in cui i profumi delle terre siciliane e campane si fondono, i gamberi rossi di Mazara del Vallo e le acciughe di Cetara.
Da mettere in agenda:
1. Una sosta alla pasticceria Pansa di Amalfi, centro d’arte dolciaria tipica dal 1830;
2. Sempre ad Amalfi, concedetevi la Lemon Experience, tour (in salita, lungo le scalinate di pietre a secco) dentro i limoneti, nella valle dei mulini e nel sapere del proprietario, Marco Aceto (info@amalfilemon.it).
3. Solcare il blu del mare con gli aliscafi (info@travelmar.it) o più romantiche imbarcazioni verso Positano (dove ha riaperto da poco, restaurata, la villa romana che era stata sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.), Minori, Maiori, Ravello, Furore, Capri (info@grassiboatpositano.com).
LEGGI ANCHE
La Costiera Amalfitana in 5 mosse fuori dagli schemiLEGGI ANCHE
I 7 sapori della costiera (amalfitana e sorrentina) di cui non potrai più far a menoLEGGI ANCHE
Roma, all'Nh Collection: weekend in piazzaLEGGI ANCHE
Milano Porta Nuova, l'ultimo sogno in mezzo ai grattacieliLEGGI ANCHE
Venezia, soggiorno a PalazzoLEGGI ANCHE
10 cose da fare in un weekend lungo tra Madrid e Barcellona (sì entrambe)