«Giallo» al Salone del Libro: lo stand di Altaforte cambia posto
Fino a martedì, sulla cartina del Salone del Libro di Torino, lo stand della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, si trovava nell’Oval, in posizione X189, accanto a quelli della Pisa University Press, della onlus Telefono Azzurro, della casa editrice Terra Rossa. Oggi non più: in base alla mappa (che si può scaricare online), lo stand della controversa editrice è finita altrove, in posizione certamente più defilata. Nessuna spiegazione ufficiale che giustifichi la nuova collocazione, anche se Repubblica riferisce che «la decisione è arrivata dopo un confronto che si è tenuto in prefettura, al quale hanno preso parte oltre al prefetto Claudio Palomba e agli uomini delle forze dell’ordine anche gli organizzatori del Salone», «a seguito dei sopralluoghi effettuati con gli enti e le strutture preposte all’agibilità ed alla sicurezza della manifestazione».
Altaforte è finita nel padiglione 3, proprio in mezzo agli «antifascisti». Accanto al suo stand ci sono infatti quelli del centro studi Piero Gobetti, dell’associazione Archivio Storico Olivetti, del centro studi Sereno Regis, l’«apostolo della pace» a cui è dedicato il centro studi sulla cultura della nonviolenza. Gobetti, giornalista e filosofo, scrisse il libro Antifascismo etico. Elogio dell’intransigenza, e morì giovane per mano fascista. Camillo Olivetti, ingegnere imprenditore, era un socialista liberale, e il figlio Adriano un attivo antifascista. Ma l’idea di parlare di Altaforte non sembra entusiasmare i vicini di stand.
Il centro studi Gobetti ha voluto ricordare sinteticamente che, anche se a due passi da Altaforte, sabato presenterà i libri dedicati all’intellettuale antifascista: «Vicini o lontani, non cambia molto per noi. Andremo al Salone con la nostra identità, che non prevede nessun tipo di mediazione con chi riprende in modo più o meno esplicito il fascismo».
L’associazione Archivio Storico Olivetti, invece, al termine di una conversazione reticente e nervosa, ha deciso di non voler rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale.
Più decisi gli «ex vicini», come la casa editrice pugliese Terra Rossa: «A livello nazionale c’è un clima diffuso di estrema tolleranza e leggerezza nei confronti di queste formazioni. È vero che va tutelata la libertà di parola, ma l’apologia di fascismo è reato, e a giudicare dalle dichiarazioni dell’editore, non ci sono margini di fraintendimento. Non doveva essere permessa la pubblicazione di certi testi». La presenza della casa editrice vicina a Casapound, secondo Terra Rossa, «non è stata decisa in modo consapevole dal Salone: è passata un po’ in sordina, è sfuggita a chi doveva controllare il nome degli espositori. Probabilmente, per questo, l’atmosfera sarà meno gioiosa e rilassata degli altri anni, ma se dovesse servire a riportare l’attenzione su temi che l’opinione pubblica sta trascurando e sottovalutando, ben venga. Magari potrà servire anche a ragionare sulla presenza di certe formazioni alle Europee».
Intanto, fra gli espositori sta girando un adesivo: «Stand antifascista». E l’editore di Terra Rossa garantisce che, se glielo dovessero proporre, non esiterebbe a esporlo nel suo spazio.
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