Sophie Turner, non solo Game of Thrones: «I social? Possono far male alla salute»
Sono le undici del mattino e Sophie Turner è già reduce da un servizio fotografico, come si evince dai dettagli di un trucco impeccabile – rossetto rosso incluso – e di un’acconciatura perfettamente in piega. Gli abiti invece no, li ha cambiati, e quindi mi accoglie sul divano di un albergo newyorkese con addosso pantaloni morbidi.
«La comodità prima di tutto», dice quando si accorge che i miei occhi finiscono sulle ciabatte pelose che ha ai piedi. A questa ragazza di 23 anni, famosa in tutto il mondo, oggi posso chiedere qualunque cosa, tranne «il giorno e il mese, perché probabilmente non glieli saprei dire». Sono gli effetti di dover promuovere quasi contemporaneamente due colossi dell’intrattenimento, sbatacchiata da una città all’altra, da un continente all’altro. Come se non bastasse, in mezzo agli impegni professionali, ha anche avuto il tempo di sposarsi, a sorpresa, con il fidanzato Joe Jonas.
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Anelli di caramelle, Elvis e una cadillac rosa: le folli nozze di Joe Jonas e Sophie Turner a Las VegasIl 20 maggio si è conclusa (tra le polemiche) l’ottava e ultima stagione del Trono di Spade, la serie nella quale interpreta Lady Sansa. Il 6 giugno è in arrivo il suo primo film da protagonista, Dark Phoenix, parte della saga Marvel degli X-Men. «Se sento la pressione? Certo. So che i fan hanno aspettative molto alte». In comune i due personaggi hanno – oltre ai capelli rosso fuoco – il fatto di essere donne forti, capaci di superare dolori e disgrazie. I capelli di Sophie oggi sono invece biondissimi, il suo colore naturale. «Sono rossa solo per finzione, si addice bene sia a Sansa sia a Jean. Quando sono bionda sono davvero io. Cambiare colore mi serve a staccarmi dai ruoli che interpreto».
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«Game of Thrones 8»: che cosa non ha funzionato nell'ultima stagione?Essere protagonista di un film Marvel è come se lo immaginava?
«Quando sei sul set non è così divertente, perché la maggior parte del tempo la trascorri davanti a uno schermo verde. In questo caso, siccome i miei capelli dovevano essere aumentati e sollevati digitalmente, per tutta la durata delle riprese ho indossato una calotta calva».
Non esattamente una divisa sexy.
«Per niente. Ma sa una cosa? Sentirsi in imbarazzo, rendersi ridicoli, fa parte del mestiere. Spero sempre di avere ruoli che mi spingano a essere più in imbarazzo possibile: significa che sono ruoli buoni».
Come ha fatto a entrare nella personalità di una supereroina?
«Con Simon (Kinberg, il regista, ndr) abbiamo deciso di concentrarci sui problemi mentali di Jean. Ho letto molto sulla schizofrenia e sul disturbo dissociativo d’identità. La salute mentale è un argomento presente nella mia vita, ho parenti e amici che ne soffrono, so quanto possa essere devastante, e come le persone che circondano il malato a volte finiscano per allontanarsi perché non sono in grado di gestirlo. Ho usato queste esperienze personali per rendere più umana e reale la storia».
Quali superpoteri le piacerebbe avere?
«Tutti non è possibile? Allora scelgo un potere che trasformi il mondo in un luogo abitato da persone piene di amore e gentili le une con le altre».
Quindi un mondo diverso da quello dei social media. Problemi con gli haters?
«Quelli ci sono e ci saranno sempre. Così come i giudizi. Non posso piacere a tutti, ma mi rifiuto di vivere in un mondo in cui la gente trae il proprio valore dal numero di like o da ciò che persone a migliaia di chilometri di distanza stanno dicendo di te, magari che sei troppo grassa o troppo magra. I social possono fare davvero male alla salute mentale».
Arriva l’ultima stagione del Trono di Spade. Quando la serie è iniziata, lei aveva 13 anni.
«Se ci penso è incredibile. Sono letteralmente cresciuta sul set. Il Trono di Spade è stata la migliore scuola di recitazione, di vita, di affari, di tutto. Ricordo quando ho compiuto 18 anni: i miei amici andavano all’università e io mi stavo trasferendo nella mia prima casa da sola. Ho fatto tutto molto presto, anche il matrimonio (ha appena sposato Joe Jonas, con il quale era fidanzata ufficialmente dall’ottobre 2017, ndr) così giovane… in realtà non mi sento giovane».
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«Spesso me ne danno 27. Li dimostro, no? Il fatto è che sul set di ragazzine c’eravamo solo io e Maisie Williams. Tutti gli altri erano adulti. A parte i miei amici di scuola, la mia vita è sempre stata piena di gente molto più grande di me».
Il Trono di Spade l’ha tenuta con sé per dieci anni. Adesso, a 23, si sta per sposare. Lei è l’eccezione alla regola che vuole i ragazzi della sua generazione refrattari agli impegni di lunga durata.
«L’impegno non mi spaventa, anzi. Nella vita come nella recitazione è nella mia natura buttarmi sempre al cento per cento. Nelle cose ci vado dentro fino in fondo».
Lady Sansa da debole e superficiale è diventata forte, protagonista, e potrebbe addirittura sedere sul trono.
«Agli inizi ero così arrabbiata. Mi chiedevo: perché il pubblico non vede in lei quello che ci vedo io? Ora mi sento come se l’avessi vendicata. È stata una trasformazione, di Sansa, ma anche dell’idea che gli spettatori avevano di lei, e considerando che i fan del Trono di Spade sono molto appassionati e fargli cambiare idea non è facile, be’ è una bella soddisfazione. Un personaggio con un arco così complesso e affascinante è raro, e probabilmente non mi ricapiterà mai più».
Il percorso di Lady Sansa è anche al passo con i tempi: si libera del ruolo di vittima proprio durante il #MeToo.
«Uno dei compiti dell’arte è di tenere sempre uno specchio rivolto verso la società, in modo da poterla raccontare. Con Sansa è capitato in modo naturale: quello che succede a lei riflette quello che sta accadendo a molte donne che si oppongono agli aspetti peggiori del patriarcato».
Nel film Dark Phoenix c’è questa battuta: dovremmo cambiare il nome del gruppo da X-Men a X-Women.
«Perché no? Le femmine sono assolutamente i personaggi più forti. Per me è una delle cose eccitanti del film».
Lei appartiene a una generazione dove le differenze di genere sembrano più sfumate.
«È anche il messaggio del film: gli X-Men sono gli estranei, la minoranza, e sono discriminati, odiati, temuti. Eppure è proprio dalle loro differenze che traggono forza. La diversità rende unici, sia che ci si identifichi come maschi, come femmine, come qualunque altra cosa».
Diventare famosa all’improvviso e così giovane è stato difficile da gestire?
«In realtà no, perché quando ho iniziato Il Trono di Spade stavo già andando incontro all’adolescenza, e quindi il fatto di diventare famosa si è inserito in un cambiamento più generale di vita. È stato naturale, per nulla traumatico. E comunque io non credo di esserlo, super famosa. Non mi ci sento».
C’è una frase famosa di Gwyneth Paltrow che sostiene che le celebrity smettono di crescere nel momento in cui diventano famose. Se diventi famoso a 20, hai 20 anni per sempre.
«Quindi io avrò sempre 13 anni? No grazie».
Vuole continuare a crescere?
«Dopo Il Trono di Spade e Dark Phoenix mi sto prendendo una pausa dalla recitazione. Ho iniziato a studiare lo spagnolo, sto leggendo libri che non siano solo sceneggiature, sto facendo cose che nutrono la mia mente, che mi fanno crescere come persona, non solo come attrice. Quando inizi a lavorare presto, il rischio è che con gli anni migliori professionalmente, ma non ti evolvi come persona perché non vivi la tua vita, vivi solo quella dei tuoi personaggi. E io, invece, voglio vivere la mia».