Salmo: «X Factor? Ho preferito la musica ai soldi»
I bambini sperduti hanno le guance bruciate dal solo e il corpo percorso da ghirigori di inchiostro blue. Addosso, non hanno vestiti, ma costumi da bagno. Le gambe sono fasciate da calzettoni spugnosi, i piedi stretti in ciabatte di plastica nera. Cantano, i bambini sperduti, ammassati sul ponte di un traghetto-che-c’è, figli, giovani e un po’ tamarri, di una strana Repubblica marina. Una Repubblica confinata entro i limiti del porto di Olbia, su una nave dove sola vige la legge di Salmo. «Ricordo le notti, quand’ero ragazzo, in cui mi esibivo con le band. Capitava ci chiamassero a suonare chissà dove e capitava ci imbarcassimo su una nave. Dormivamo sul ponte, allora, per risparmiare», racconta il rapper sardo, «Oggi, ho voluto una nave tutta per me», dove il palco sia montato a bordo piscina e non ci sia barriera a dividere gli artisti dal proprio pubblico.
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Salmo: «Noi rapper boriosi e primedonne»Salmo, la nave ribattezzata Open Sea Republic, l’ha disegnata come un’utopia di ispirazione socialista. Non ci sono soldi sulla nave, né regole ferree. I ragazzi, che da Genova sono salpati alla volta di Olbia per fare ritorno nel capoluogo ligure ventiquattro ore più tardi, sono stati dotati di un braccialetto cashless: un affare moderno, sul quale caricare quanto basta per vivere due giorni in mezzo al mare. «Negli anni, ho sempre cercato di combattere questa forma di fanatismo italiano, che divide pubblico e artisti», spiega Salmo, che la nave l’ha ideata da sé.«Con l’aiuto di Red Bull e Gnv», precisa, partner di un’esperienza che il rapper nato Maurizio Pisciottu spera possa ripetersi, identica, ogni anno.
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Salmo vorrebbe imbarcarsi ogni estate. Ed ogni estate fare ritorno in Sardegna, con un codazzo di fan e musicisti. «Di fratelli», dice, quasi a voler imprimere al proprio cosmo un marchio inequivocabile. Qualcosa che possa contraddistinguerlo dal resto melmoso nel quale langue la scena rap italiana.
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«X Factor 2019»: la nuova giuria in anteprimaPisciottu, che sabato sera, sulla sua nave, è stato l’ultimo artista ad esibirsi, ha pensieri e parole dure per la musica. «Oggi, non è rimasto nessuno a suonare, e la colpa è da dividersi tra vari fattori», dice, «I gestori dei locali preferiscono pagare un deejay che attrezzarsi per ospitare una band. Poi, c’è il fattore trap: perché cantare quando esiste l’autotune? La trap è un modo semplice di fare una hit, è un modo semplice di fare musica. È alla portata di tutti, la trap, perciò è esplosa», continua Salmo, precisando, solo nel mezzo del suo elucubrare, come sia la trap italiana a fare difetto. «Quella americana è un’altra cosa: racconta un mondo di emarginati, affetto dalla dipendenza da crack e dalla vita nel ghetto. I trapper, in Italia, sono figli di papà, per lo più. È birra diluita con l’acqua, la trap italiana». E poco importa a Salmo che piaccia.
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Salmo: «X Factor? Serve più ai giudici che ai ragazzi (e per questo ho detto no)»Nelle parole del rapper, che sul palco della sua Open Sea Republic ha portato ventuno brani, aprendo con 90min e chiudendo con l’assaggio di un nuovo brano, c’è una (non troppo) sottile nota di rimprovero. «Oggi, va la trap, ma è moda. Si avrà un’inversione di tendenza, cominceranno tutti a riprendere quel che accadeva nei primi anni Duemila. Sarebbe importante, invece, che un artista sapesse dove vuole arrivare. Io credo di saperlo. Perciò ho rifiutato di fare X Factor. Ho pensato a quello che voglio davvero fare e ho anteposto la musica ai soldi e alla visibilità. Fare X Factor, per me, oggi, significherebbe scavare una fossa e buttarmici dentro», dice il rapper, che su Instagram ha annunciato l’uscita del nuovo album.
«Tutto vero, ma è top secret», ammette Salmo, che sul traghetto, riempito per l’occasione di colleghi e amici (da Franco 126 a Massimo Pericolo, Gemitaiz e Nitro), ha ripercorso le proprie hit. C’è stata Russell Crowe, dal Midnite del 2013, e The Island e Bloodshake, dallo stesso album. Poi, qualche hit rubata all’Hellvisback del 2016 e quasi tutta la tracklist di Playlist, disco certificato platino nel 2018. «Non pensiate, però, si diventi ricchi. Quando vedete un rapper ostentare, è perché ha ritirato dalla propria banca tutto quello che possiede», ride.