I figli della vittima dell’incidente causato da Marco Paolini: «Perdonarlo? Non se ne parla»
«Avrei preferito il silenzio. Se Paolini si sente in grado di andare avanti lo doveva fare senza farsi intervistare. Avrei preferito che prima chiarisse con noi, che parlasse a noi». Sono queste le parole che Massimo Meggiolaro sceglie per commentare l’intervista che l’attore Marco Paolini ha rilasciato al Corriere della Sera il 20 giugno, un lungo confronto il cui l’artista parla per la prima volta dell’incidente che lo ha visto protagonista un anno prima e che ha portato alla morte di Alessandra Lighezzuolo, moglie di Massimo.
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Omicidio stradale, Marco Paolini: «Non riesco a perdonarmi di aver ucciso una donna»È successo il 17 luglio del 2018 sulla A4 Milano-Venezia nei pressi di Verona, con il furgone di Paolini che tampona con forza un’auto guidata da due donne, una delle quali era Alessandra, 53 anni. «Se io pensassi a qualcuno che mi ha portato via la donna che amavo nessuna pena mi sembrerebbe adeguata», ha rivelato l’attore al quotidiano ammettendo di non riuscire a perdonarsi. Immediata la reazione del vedovo, che proprio sulle pagine del Corriere, di fronte alla possibilità di un perdono, ammette secco: «No, non ora, ci ha tolto tutto, ma non escludo che col tempo potrei riuscire a perdonarlo».
Più forte è stata, invece, la reazione dei due figli di Alessandra: «Perdonarlo? Non se ne parla, non sappiamo nemmeno se avremo voglia di incontrarlo. Ci ha tolto mamma, la donna della nostra vita, non è più niente come prima ora. Bisogna viverla sulla propria pelle per capire». Paolini patteggia una condanna a un anno di reclusione per omicidio stradale: pena sospesa con la condizionale.