Manu l’invisibile e quella sua arte a cielo aperto
Per chi ritiene ancora che l’arte autentica sia solo quella dei musei o racchiusa in palazzi d’epoca, continua a sbagliarsi di grosso. L’arte si può trovare ovunque, soprattutto per strada. È proprio per dare il giusto spazio ad artisti di fama internazionale della street art che lo Zu Art Day, quest’anno alla sua quarta edizione, ha organizzato una full immersion di creatività e divertimento nel quartiere di Nolo a Milano che, grazie all’evento, si sta trasformando da zona popolare a polo artistico di street artist. Il ricavato di questa grande festa no profit, supervisionata dalla DJ Petra Loreggian, verrà investito proprio in opere di riqualifica dei quartieri più degradati. Il tema scelto per quest’anno è la Urban Jungle e la sfida lanciata agli artisti partecipanti è stata quella di raccontare, attraverso le loro idee e creazioni, il caos urbano che viviamo ogni giorno.
Tra i vari partecipanti spicca Manu l’invisibile, artista attivo da 15 anni che negli ultimi 6 anni si è trasformato nell’uomo del mistero, sempre con addosso una maschera da lui progettata e creata per tutelare la sua vita privata dopo essere stato accusato del reato di imbrattamento.
Proprio sulla tematica della giungla urbana Manu ci risponde così: «Nella giungla, come nella vita, ci sono dei muri magari difficili da superare ma che si possono però dipingere. Così facendo è come se attraverso il disegno, sfondassi la parete e vedessi altro. Ho deciso quindi di rappresentare un paesaggio notturno con la scritta “attesa”. L’attesa di un artista che lavora di notte. L’attesa dell’ora d’oro. L’attesa come punto fondamentale nella nostra vita come in quella del predatore della savana che aspetta la sua preda. La notte con le luci sfocate, come se i dettagli non fossero a fuoco, stanno a rappresentare la nostra epoca, dove tutto è molto semplice grazie alla tecnologia ma comunque molto incerta e difficile a causa delle continue guerre e disuguaglianze sociali. La luce quindi rappresenta l’esistenza, sfocarla la rende ermetica. Al giorno d’oggi viviamo in un’epoca sempre in movimento è nessuno sa più attendere. Bisogna imparare. Io sto imparando mettendo a freno i miei impulsi».
Tre giorni per trasformare Vicolo del Fontanile in un museo a cielo aperto. Un weekend di musica, giochi e cultura. In un’epoca in cui tutto è messo in discussione, unire le proprie capacità in nome della bellezza rimane un punto di forza. Credendo nelle nuove generazioni. Credendo nelle idee. Credendo nei colori.
Testo di Francesca Ferraiola di Condé Nast Social Academy https://www.instagram.com/francescaferraiola/
Video editing di Giada Valentini e Francesco Romano
Riprese di Federica Barbieri
Contenuto realizzato da Condé Nast Social Academy con il supporto di Huawei.