La foto dell’americano bendato: «L’interrogatorio potrebbe essere nullo»
È diventato un caso internazionale. Non solo l’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma, nel quartiere Prati, con otto coltellate, ma anche, e soprattutto, la pubblicazione della foto che mostra uno dei due ragazzi accusati del suo omicidio, Gabriel Christian Natale-Hjorth, 18 anni (che è stato arrestato insieme all’amico Finnegan Lee Elder, 19), con gli occhi bendati, la testa china e le mani dietro la schiena. Ne parlano le maggiori testate di tutto il mondo: la Cnn ha addirittura messo l’immagine in apertura.
I Carabinieri hanno preso le distanze: «Questo è un episodio inaccettabile e sarà trattato come tale», ha dichiarato il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri. «Abbiamo subito avviato un’inchiesta interna per individuare i responsabili e sanzionare i responsabili, informandone l’autorità giudiziaria per ogni valutazione sugli eventuali aspetti penali». Intanto, il militare che ha bendato il ragazzo americano «sarà immediatamente spostato a un reparto non operativo».
Al Corriere della Sera, il comandante provinciale Francesco Gargaro ha spiegato che «il carabiniere che ha bendato il fermato dice di averlo fatto per evitare che potesse vedere la documentazione che si trovava negli uffici e sui monitor». Ma Nistri ribadisce che la procedura non è prevista in nessun disciplinare. Rischia il procedimento disciplinare anche chi ha scattato la fotografia.
L’interrogatorio potrebbe essere considerato nullo
Quali possono essere le possibili conseguenze della pubblicazione della foto? Lo sintetizza l’avvocato Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali, parlando con l’Agi: «Chi in queste ore sta sostenendo quella foto, giustificando l’operato di chi ha agito in quel modo nei confronti del cittadino americano prima della sua deposizione, sta facendo un danno al carabiniere che ha perso la vita e a chi vorrebbe che venisse fatta giustizia al più presto. È un gesto da ottusi e da stupidi. Perché un atto istruttorio, sia esso una confessione, una testimonianza o un interrogatorio, se svolto con modalità che coartano la libera determinazione di una persona deve essere dichiarato nullo. Anche se poi quelle dichiarazioni dovessero essere confermate in una fase successiva».
La professoressa sospesa e quella che giustifica l’agente che ha legato Natale-Hjorth
Eliana Frontin, professoressa di storia di Novara, in un post su Facebook aveva espresso compiacimento per la morte del carabiniere Rega Cerciello: : «Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza». Già da oggi è stata sospesa dal ruolo.
Ma intanto arriva un altro commento scioccante, da un’altra insegnante, Patrizia Starnone, 46 anni, docente di diritto al Blaise Pascal di Giaveno, provincia di Torino: su Twitter ha postato un messaggio che è comparso sotto alla foto di Natale-Hjorth bendato, pubblicata sul profilo della Lega. La professoressa ha commentato: «È scioccante il fatto che sia stata scattata, pubblicata e che qualcuno si indigni pure dopo l’efferato crimine perpetrato contro il nostro carabiniere. Cari agenti della forze dell’ordine quando è necessario e non vi è altra scelta un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese».
Cosa sappiamo dell’uccisione di Mario Cerciello Rega?
I due sospetti erano presumibilmente nella zona di Trastevere, e cercavano di comprare della droga. Avrebbero rubato uno zaino a uno spacciatore che aveva venduto loro una sostanza inerte. I ragazzi avrebbero accettato di restituirglielo, dietro il pagamento di un centinaio di euro più un grammo di cocaina. Mentre aspettavano lo spacciatore Natale-Hjorth e Elder sarebbero stati avvicinati da Cerciello Rega e da un collega, in borghese: i carabinieri erano stati informati del tentativo di estorsione. Ne è seguita una rissa, durante la quale il vicebrigadiere è stato pugnalato più volte. Portato in ospedale, per lui non c’è più stato nulla da fare. Natale-Hjorth e Elder, accusati di omicidio e tentata estorsione, sono comparsi sabato in tribunale. I militari hanno trovato un grosso coltello nascosto nel controsoffitto della loro camera d’albergo. I due erano «pronti a lasciare l’Italia».