Piccoli schiavi invisibili, troppi minori nella tratta di esseri umani
Ogni anno, nel mese di luglio, si celebra la Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani. Di tutti gli esseri umani. Anche i bambini e le bambine, i quali, ahinoi, sono un quarto delle vittime, in base da quanto emerge dalla XIII edizione del rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2019” di Save the Children, fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, ed in particolare del sistema dello sfruttamento sessuale e della specifica vulnerabilità delle sue vittime, in larga maggioranza di origine straniera.
In base al rapporto, sulle 20.500 vittime di uno dei sistemi più violenti e senza scrupoli che si conoscano, registrate nell’Unione nel biennio 2015-16, il 56% dei casi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale e un consistente 26% è legato allo sfruttamento lavorativo. Una vittima su 4 ha meno di 18 anni, due su tre sono donne o ragazze.
In Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero in costante aumento di minorenni coinvolti, cresciuti in un anno dal 9% al 13%. La sempre più giovane età delle vittime e la prevalenza dello sfruttamento di tipo sessuale trova conferma anche tra i 74 nuovi casi di minori che sono riusciti a uscire dal sistema di sfruttamento nel 2018 nel nostro Paese e sono stati presi in carico dai programmi di protezione istituzionale, soprattutto in Piemonte (18) e Sicilia (16). Uno su 5, infatti, non supera in età i 15 anni e lo sfruttamento sessuale riguarda quasi 9 casi su 10. In base al rapporto, anche se non rappresenta il principale obiettivo del sistema della tratta, lo sfruttamento lavorativo in Italia è in crescita e nel 2018 gli illeciti registrati con minori vittime, sia italiani che stranieri, sono stati 263, per il 76% nel settore terziario.
Il business dello sfruttamento sessuale nel nostro Paese recluta le sue vittime in Nigeria, Romania, Bulgaria e Albania, e cambia modalità operative per rimanere sommerso.
«Un sistema di tratta degli esseri umani così forte e spietato nei confronti di ragazze quasi bambine e giovani donne, in grado di adattarsi e modificare il proprio operato per rimanere sommerso, rende più che mai necessario incentivare e rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, al fine di rafforzare la lotta alla tratta in quanto crimine internazionale e transnazionale – sottolinea Antonella Inverno, Responsabile Politiche per l’Infanzia di Save the Children Italia – In Italia occorre intensificare l’azione congiunta, anche promuovendo la definizione e adozione di protocolli e convenzioni per l’individuazione precoce delle vittime di tratta, sulla base di un approccio multi-agenzia che coinvolga tutti gli attori territoriali interessati».