«Jova Beach Party»: vie legali contro le fake news sul tour
Le polemiche sono partite ancora prima del Tour, già al momento dell’annuncio del Jova Beach Party, la tournée estiva di Jovanotti che attraversa l’Italia delle spiagge. Sono aumentate di giorno in giorno le proteste di alcuni gruppi ambientalisti nelle diverse zone nonostante le assicurazioni degli organizzatori che hanno fatto controlli preventivi e gestito la pulizia della spiaggia nelle ore immediatamente successive ai concerti. Ora la misura è colma.
Trident Music, che gestisce il tour, replica alle polemiche mosse da alcune associazioni locali, relative alle tappe di Praia a Mare (fatta mercoledì 7), Roccella Ionica e Policoro, rispettivamente il 10 e il 13 agosto, e allarga la risposta: «Ha dato mandato ai legali di perseguire d’ora in avanti chiunque crei fasulli casi mediatici ai danni di Jovanotti e del Jova Beach Party, diffondendo sul web calunnie e falsità».
È un lungo comunicato quello che, dopo mesi di attacchi di parte del fronte ambientalista, spiega definitivamente la posizione di chi ha organizzato il tour e contrattacca. Per Trident la scelta del Jova Beach Party di collaborare con il WWF, da sola, «dovrebbe costituire una garanzia assoluta di trasparenza e di massima attenzione della manifestazione verso le tematiche ambientali».
Così però non è stato viste le proteste arrivare da ogni parte d’Italia. Le ultime sono quelle di Praia a Mare e Policoro. Arrivate ora quando i invece i biglietti sono in vendita dallo scorso dicembre. Le spiagge, spiegano gli organizzatori, sono state tutte preventivamente sottoposte alle verifiche delle autorità competenti che hanno rilasciato le valutazioni delle misure predisposte e un nulla osta a procedere con le operazioni del concerto. A Roccella Jonica è stata verificata l’ottemperanza con la preesistente VAS, Valutazione Ambientale Strategica.
È linguaggio tecnico necessario per Trident che spiega di essersi addossata gli oneri di procedure anche non obbligatorie per garantire il massimo rispetto dell’ambiente. Le osservazioni rilevate sono sulla zona di nidificazione della tartaruga Caretta caretta a Praia a Mare, che non risulta in zona, ma 20 chilometri di distanza come minimo, e sulla presenza della Posidonia oceanica che si trova «dalla parte opposta dell’isola Dino, a partire da 50 metri di profondità e non risulta che tra i 25 mila spettatori, siano presenti fan subacquei». C’è anche la Primula di Palinuro, ma «non si capisce che tipo di danno si possa arrecare, visto che le attività di Jova Beach Party si svolgono sull’Area Beach posta di fronte all’Isola».
È risposta dura quella di chi ha gestito e organizzato il tour nei dettagli e si vede attaccato anche per le barche presenti di fronte alla spiaggia come fossero state portate dal concerto e che invece, lo ha precisato il WWF, sono lì da sempre a Praia a Mare. A Policoro la spiaggia scelta è in un’area dove ci sono già strutture turistiche, a Roccella Ionica c’è il via libera del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria.
Per Trident tutte queste critiche, mosse a distanza di otto mesi dall’annuncio ufficiale, fanno nascere il sospetto che il Jova Beach Party sia utilizzato come palcoscenico per ottenere visibilità a buon mercato. Dopo mesi di attacchi subiti in silenzio d’ora in poi procederà in sede giudiziaria nei confronti di quella che definisce l’ennesima provocazione diffusa da «una pseudo giornalista che nei giorni scorsi ha pubblicato una serie di notizie manifestamente diffamatorie relative alla data di Praia a mare» e lo farà per tutte le fake news che verranno.
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