Crisi di governo, lo scontro su data delle elezioni e presunti inciuci
Se lo scontro sembrava duro al momento dell’addio di Matteo Salvini al governo, i giorni successivi stanno mostrando che ancora non era nulla. La crisi di governo, che sarà ufficiale solo quando Conte salirà al Quirinale, è già una battaglia che arriva in Parlamento lunedì e martedì quando sono state convocate le capigruppo di Camera e Senato.
https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1159761622019260417«Mi aspetto che il Parlamento si esprima il prima possibile e non dopo Ferragosto» ha detto Salvini a Matera in uno dei comizi balneari di questa estate in diverse località del Sud. Sui social a cercato anche di allontanare gli accostamenti al passato. «Non siamo più negli anni Trenta, nel nostro Paese non ci sono Hitler all’orizzonte e chi governa in Italia lo decidono gli italiani». Soprattutto ha attaccato gli ex avversari evocando l’inciucio e toni simili fra Renzi e Di Maio. «Agli insulti di grillini e kompagni rispondiamo solo con la forza delle nostre idee. Bacioni e prima gli italiani».
Dai social risponde il vicepremier ora avversario Luigi Di Maio. «La Lega ha buttato giù l’unico governo che in un anno ha resistito a lobbies e poteri forti. Che ha approvato la legge anti-corruzione più punitiva d’Europa e ha iniziato ad aiutare pensionati, poveri e precari. E forse lo ha fatto cadere proprio per questo: quando i sondaggi gli hanno detto che poteva staccare, lo hanno fatto. Così la Lega potrà tornare a difendere gli interessi di Autostrade e simili». Rigetta anche l’ipotesi di accordo con il Partito Democratico. «La Lega è in difficoltà, ha iniziato a buttarla in caciara con un fantomatico inciucio Pd-M5S».
I democratici pensano a Gentiloni come candidato premier, non al segretario Zingaretti. Matteo Renzi risponde a chi parla di accordi: «Io non faccio accordicchi segreti, io parlo con interviste, con interventi, con post. Capitan Fracassa ha paura: paura di me, ma soprattutto paura di noi. E fa bene a essere impaurito perché l’Italia civile è più forte del suo odio e della sua macchina da propaganda rimasta senza soldi».
La Lega ha intanto presentato in Senato la mozione di sfiducia contro Giuseppe Conte, perché non ha partecipato al voto in Aula sulle mozioni per la Tav. La decisione sulla data del voto su questa sfiducia verrà presenza dalla Conferenza dei capigruppo convocata dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati (va calendarizzata entro 3 giorni dal suo deposito).
Il Pd potrebbe però chiedere che prima di questa mozione di sfiducia venga votata quella contro Matteo Salvini, depositata sia alla Camera sia al Senato. Difficile poi che la Lega accetti di votare prima della sfiducia il disegno di legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari. «Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona» ha detto Salvini.
La data più probabile per la convocazione del Senato è dopo Ferragosto, il 19 agosto. Da qui la sfiducia e poi le consultazioni al Colle, che si prevedono veloci. Da qui potrebbe arrivare un mandato esplorativo, affidato al presidente del Senato, per verificare se ci sia la possibilità di un governo alternativo all’attuale. Quindi lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle elezioni entro 70 giorni. Terza ipotesi il restare in carica il governo Conte.