Una cena a L˜Aria, il ristorante gourmet del Mandarin Oriental, Lago di Como
Ogni luogo racconta una storia: quella del Mandarin Oriental, Lago di Como, sontuoso resort a 5 stelle inaugurato pochi mesi fa, immerso in un lussureggiante giardino botanico con oltre 50 specie di piante, è un racconto lungo due secoli, ricco di aneddoti, di illustri presenze, pervaso dall’antico fascino neoclassico e da quell’amore per l’Oriente che nell’800 impazzava in molti Paesi europei.
E anche i piatti raccontano una storia: quelli dello chef campano Vincenzo Guarino trasmettono soprattutto un ricordo personale e la leggerezza creativa di un equilibrato mélange di cucina mediterranea, spunti orientali e contemporaneità.
Il suo nuovo ristorante L˜Aria non si trova dentro Villa Roccabruna, fulcro del resort (era l’ex residenza ottocentesca della cantante lirica Giuditta Pasta), dove oltre a una decina di suite ci sono il CO.MO Bar & Bistrot, luogo ideale per spuntini diurni, e la Sala Mandarin, dedicata al rito del tè pomeridiano, ma è avvolto dal verde e dai profumi dei rododendri, delle camelie e delle magnolie del parco botanico, in un moderno edificio affacciato sul lago, le cui immense vetrate consentono una perfetta fusione tra gli spazi interni e il paesaggio lariano.
Il menu estivo presenta nuovi piatti che rendono omaggio al lago di Como e alla zona circostante, creati con ingredienti di alta qualità provenienti da piccoli produttori italiani che seguono i principi dello Slow Food; ma il biglietto da visita di Guarino, gli amouse bouche ideati per accogliere l’ospite a inizio pasto, sono un tris di delizie che lo chef propone da anni: mini parmigiane di melanzane, biscotti di lievito madre e rosmarino con oliva, e pomodorini che, in realtà, sono una ricostruzione della pappa al pomodoro.
Ma anche altri classici dello chef resistono in carta, perché molto richiesti dagli appassionati della cucina di Guarino, come i Fusilloni, una versione di mare, con gamberi rossi, di un classico piatto napoletano di pasta al ragù, e poi Pechino – Anatra – Blevio, petto d’anatra laccato al miele con cinque pepi orientali, Il risveglio dell’orto, un’insalatina di verdure e germogli di stagione, con robiola di Roccaverano e caviale e, infine, la sua intramontabile Pesca Melba, omaggio ad Auguste Escoffier, dove il vin brulé sostituisce il lampone. L’originale fu inventato durante la Belle Epoque dal celebre chef francese per omaggiare la soprano Nellie Melba, mentre questa rivisitazione viene ora proposta dove un tempo viveva l’altrettanto famosa cantante Giuditta Pasta.
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Tra le novità in carta quest’estate, un piatto molto amato da Vincenzo Guarino è Oro verde, risotto mantecato con crema di crescione, anguilla affumicata, gelée di limone (rigorosamente di Sorrento) e polvere di peperone crusco, una ricetta ricca di contrasti, visivi e gustativi, tra la polvere verde di crescione e quella d’oro, arricchita dall’anguilla, tipico pesce della zona.
Un’altra proposta molto interessante, riuscito connubio tra Italia e Oriente, è Acqua e farina, fettucce di pasta fresca all’alga nori, dove lo scampo al limone viene accostato al vitello. Da provare, anche un piatto fresco, perfetto per la stagione, come la Trota marinata in zuppa di mandorle amare, e poi il nuovo dessert Caramello, passione e cioccolato, una mousse al frutto della passione e cioccolato bianco, con gelato al caramello salato e biscotto morbido al lime (Nella gallery fotografica in alto alcuni piatti del nuovo menu).