Aborto: non solo le restrizioni negli Usa, ci sono paesi che cambiano le leggi
Il 9 agosto del 2018 l’Argentina diceva no alla legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Il Senato ha bocciato il provvedimento per un aborto in forma «sicura, legale e gratuita» nelle prime 14 settimane di gravidanza. È rimasta in vigore la precedente normativa con la quale l’interruzione volontaria o indotta della gravidanza è illegale ed è punita con il carcere.
La possibilità di abortire è concessa solo alle donne vittime di stupro o a quelle la cui vita è seriamente messa in pericolo dalla gravidanza. Secondo i movimenti che hanno sostenuto la legge pro aborto, ogni anno ci sono tra le 300 mila e le 522 mila interruzioni di gravidanza alcune nella totale clandestinità.
https://twitter.com/actrices_arg/status/1159602087673716736A un anno dal no le donne argentine sono di nuovo scese in piazza e sui social. Non sono le sole al mondo. A Malta l’aborto non è legale, una donna che interrompe la gravidanza può rischiare fino a tre anni di carcere. È l’unico paese europeo che lo proibisce anche in casi di stupro e incesto. La Women’s rights foundation è stata la prima ad annunciare pubblicamente il suo sostegno al diritto all’aborto, poi è stato fondato un comitato di 51 medici a favore della libertà di scelta. La maggior parte di loro lo ha fatto in anonimato, ma la linea è pubblica e simile a quella che ha portato alla legge irlandese.
Lo stesso nel Principato di Monaco dove c’è un progetto di legge per depenalizzare l’aborto. A Montecarlo è in vigore una legislazione tra le più restrittive in Europa, che permette di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro, incesto, gravi malformazioni del feto e rischio di vita per la madre. Sarebbero eliminate le sanzioni contro le donne, non quelle contro i medici che praticano interruzioni di gravidanza.
In Nuova Zelanda il governo di Jacinda Ardern sta per proporre la depenalizzazione l’interruzione di gravidanza, ora possibile solo in caso di incesto, malformazione del feto o seri rischi per la salute mentale e fisica della donna. Secondo quanto riporta il New York Times la proposta eliminerà le restrizioni per le gravidanze entro le 20 settimane.
Sono ipotesi e proposte che vanno in direzione contraria rispetto alle leggi approvate di recente in alcuni stati Usa e che negano il diritto all’aborto. La più dura è quella dell’Alabama dove il divieto all’interruzione di gravidanza si applica anche nei casi di incesto e stupro, ma ci sono leggi simili approvate in Georgia, Ohio, Kentucky, Louisiana, Mississippi e Missuori.