Messi non è finito: suo il gol più bello dell’anno
E andate in pace, voi che pensate alla Pulce sul viale del tramonto. L’UEFA ha appena premiato come più bel gol della stagione 2018-19 la sua straordinaria punizione nella semifinale di andata di Champions League, Barcellona vs Liverpool. Sul podio ci sono anche, al secondo posto, il gol di Cristiano Ronaldo in Juventus-Manchester United 1-2 (fase a gironi di Champions League) e al terzo la rete di Danilo Pereira in Portogallo-Serbia 1-1 (sfida delle qualificazioni europee).
Messi batte Cristiano Ronaldo, che aveva vinto la precedente edizione del premio. È la terza avvolta che il premio finisce tra le mani – anzi tra i piedi – della Pulce. Il gol che ha vinto – il 600° ufficiale in carriera – riassume tutta la bellezza che questo ragazzo ci ha regalato nel corso degli anni. Di sinistro, da posizione quasi impossibile, scavalcando la barriera, con un tiro col contagiri, mandando il pallone nell’unico posto non raggiungibile dal portiere avversario, all’incrocio dei pali (e dei sogni).
Una rete da vedere e rivedere, per capire dove risiede la magia del calcio. Uno guarda e pensa: non ci riesce. Non può farlo. Non è possibile. Ma nel momento stesso in cui il pensiero si va formulando, Messi l’ha già fatto. Un gol che va oltre le leggi della fisica e del buonsenso, in quel territorio sconsacrato dove i veri fuoriclasse fanno sbocciare fiori imprevisti. Ci viene in soccorso una poesia di Emily Dickinson. «Per fare un prato ci vogliono un trifoglio e un’ape. E il sogno. Il sogno può bastare, se le api sono poche». A Messi bastano più o meno le stesse cose. Un prato, un pallone. E un sogno.
Il suo calcio è poesia. Leo è figlio del pallone. E’ un’idea tonda che si è fatta uomo. Il bambino impacciato, goffo, che non cresceva e che quando gli parlavano abbassava lo sguardo è oggi un vecchio ragazzo che sembra galleggiare sempre – fuori dal campo – in una sonnolenta pigrizia ma che ogni volta si trasforma in un essere mostruosamente speciale, un impasto di classe, feroce, dedizione, perfezione sfrontata e arrogante. Non chiudete mai gli occhi quando il pallone capita tra i suoi piedi. Succederà sempre qualcosa di meraviglioso. L’allegria, la leggerezza, la dolcezza del suo piede sinistro sono un regalo per l’umanità.
A 32 anni compiuti Leo divide ancora con l’eterno rivale Cristiano Ronaldo la palma del calciatore più forte del mondo. Da tempo ha trovato, con la moglie Antonella Roccuzzo, conosciuta da bambina, e con i tre figli, Thiago, Mateo e Ciro, la serenità che è sempre premessa di grandi imprese. Con il Barcellona in questi anni ha vinto tutto quello che si poteva vincere, a livello di trofei singoli e di squadra.
Gli manca soltanto una vittoria, per fare un passo definitivo verso il campione a cui viene sempre paragonato. Un trionfo con l’Argentina ai Mondiali, per eguagliare l’impresa storica di Diego Armando Maradona nel 1986. I prossimi Mondiali si svolgeranno in Qatar nel 2022. Mancano tre anni. Leo Messi ne avrà trentacinque. Non è mai troppo tardi per niente. Il gol più bello dell’anno vale come il primo passo di una lunga rincorsa.