Le ortiche del giardino del principe Carlo diventano abiti
L’erba del vicino è sempre più verde, specialmente se è quella di Carlo, Principe del Galles. Devono averlo pensato i designer di Vin+Omi, il brand ecosostenibile che lancerà in occasione della London Fashion Week il prossimo 17 settembre una collezione realizzata con le ortiche del giardino del principe di Galles. Una collaborazione nata quasi per caso in occasione di un tè della moda organizzato il 16 maggio del 2018 dal British Fashion Council durante uno degli eventi promossi nell’ambito dell’iniziativa Positive Fashion.
Si trattava di un seminario sulla sostenibilità: non tutti sanno che Carlo è un grande sostenitore dell’economia circolare, un ambientalista che si spende contro l’uso dei pesticidi e il promotore di campagne come quella per la sensibilizzazione all’uso della lana in quanto fibra naturale e biodegradabile.
Piuttosto che parlare dell’imminente matrimonio tra Meghan e Harry, l’erede al trono si è messo a chiacchierare con il duo di designer Vin e Omi chiedendo conto delle loro tecniche innovative per realizzare tessuti a partire dalle ortiche. «Ne ho un sacco a Highgrove» pare abbia detto il principe ai due stilisti facendo riferimento alla sua tenuta nel Gloucestershire dove coltiva il suo giardino dal 1980. «È stata una sua idea quella di usare l’ortica della sua tenuta per farne abiti» ha detto a People Omi «cosa fai con una proposta del genere? È stata quasi una sfida per noi».
Vin+Omi sono dei pionieri della moda sostenibile. Creano abiti con tessuti realizzati con le bottiglie di plastica o pelle derivata dalle bucce di castagne. Tra i loro cavalli di battaglia ci sono le fibre tratte dal cerfoglio selvatico e, appunto, dall’ortica. Il duo si definisce un’ideologia piuttosto che un brand di moda e il loro stile, così come loro che non amano molto svelarsi al pubblico, non si può certo definire convenzionale. «Noi siamo tutt’altro che establishment, è stato surreale ricevere l’invito per andare a Highgrove» riporta il The Guardian, «il nostro look si rifà alla Camden punk degli anni ’80, non siamo certo Gucci o un nome del genere».
Dopo l’incontro con il giardiniere della tenuta per definire le modalità della raccolta di quelle considerate da alcuni piante infestanti, sono stati arruolati alcuni studenti della Oxford Brookes University per aiutare nell’impresa piuttosto spinosa. «È stato un lavoro complicato, specialmente quando fa caldo visto che non si possono indossare pantaloncini e maniche corte per non rischiare di essere punti» hanno raccontato i due.
Con oltre 3mila piantine di ortica sono stati realizzati una decina di capi che sfileranno l’ultimo giorno della settimana della moda londinese al Savoy. Quello che ne è venuto fuori è una sorta di alpaca, un vello molto fine con una trama ariosa e sottile» ha spiegato Omi «non si direbbe affatto provenga dall’ortica e questo è il punto: creare un capo contemporaneo con materiale di scarto». Di questa iniziativa si fa già un gran parlare, sicuramente grazie alla complicità nell’operazione di Carlo. Il Savoy che ospita la sfilata ha già commissionato a Vin+Omi delle uniformi su misura per i portieri da realizzarsi con i rifiuti di plastica dell’hotel che saranno presentate nella primavera del 2020 mentre il Victoria and Albert Museum ha già opzionato un abito per la loro collezione permanente.
Un bel risultato sia per l’immagine del duo in attività dal 2004 e che in questi anni ha vestito Michelle Obama, Kate Moss, Beyoncé e Lady Gaga: Vin è britannico mentre Omi, che è nato a Singapore, ha mosso i primi passi nella moda lavorando per Dior con la direzione creativa di John Galliano e ha avuto una borsa di studio all’inizio della carriera per sviluppare nuovi materiali ecosostenibili. Il principe, stando alle dichiarazioni dei designer, è molto riconoscente per l’opportunità. «E dire che quindici anni fa la gente ci chiamava hippy» aggiungono Vin+Omi, «vogliamo che le persone comincino a pensare a come la moda può lavorare con ciò che l’ambiente ha da offrire, anche con erbacce considerate prive di valore». Gettare tutto alle ortiche quindi diventa un modo per salvare il pianeta. Almeno in questo caso.